Depurazione, il caso Augusta all’esame della Commissione Ecomafie: reflui in rada

 Depurazione, il caso Augusta all’esame della Commissione Ecomafie: reflui in rada

Il “caso” Augusta è stato al centro della missione siciliana della Commissione di inchiesta sulle Ecomafie. Il presidente Stefano Vignaroli si è soffermato proprio sulla assenza di un depuratore e gli scarichi operati in mare. Il sindaco di Augusta, Cettina Di Pietro, ha spiegato durante la sua audizione in prefettura a Catania che nella città la rete idrica versa in cattive condizioni, senza interventi di manutenzione da anni. Ad Augusta non c’è un depuratore delle acque reflue urbane e, secondo quanto riferito dal sindaco, anche l’ospedale Muscatello scaricherebbe i propri reflui nella rada.
La Di Pietro ha inoltre evidenziato come, nonostante le ordinanze di divieto, si continui a pescare nella rada pesce con elevati livelli di mercurio e per questo inadatto all’alimentazione umana.
“Abbiamo trovato una situazione molto grave, in cui si fa ben poco per tutelare il mare, una risorsa fondamentale. Un esempio su tutti è Augusta, dove scarica a mare anche l’ospedale. Vorrei anche evidenziare la questione delle autorizzazioni. L’83 % dei depuratori di reflui urbani opera senza autorizzazione in corso di validità”, ha spiegato il presidente della Commissione. Nei tre giorni di missione in Sicilia orientale, effettuati diversi sopralluoghi nelle province di Siracusa, Catania e Messina.
Tra i soggetti istituzionali ascoltati dalla commissione Ecomafie, anche il vicesindaco di Siracusa, Pierapolo Coppa, e il prefetto facente funzioni, Filippo Romano. Quest’ultimo si è anche soffermato sull’allarme sociale che si registra tra la popolazione, connesso alla percezione dell’inquinamento.

 

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