Erg vende la centrale ad Enel, il sindacato: “Dubbi su strategia dell’acquirente”
La notizia della vendita della centrale a gas di Priolo, con l’accordo tra Erg ed Enel, non lascia indifferenti i sindacati. Il segretario della Fiom Cgil, Antonio Recano, si sofferma sul segnale che arriva da un’operazione di questa portata, posto che per i 144 lavoratori non si annunciano scossoni.
“Erg cede quello che restava dell’asset industriale Siracusano della famiglia Garrone, mentre presenta due progetti nel settore delle rinnovabili in Sicilia per complessivi 100 milioni di euro, e acquista da GEI Subasta 1 SA due impianti solari nel sud della Spagna per un importo di circa 96,2 milioni di euro. Queste operazioni, sono chiaramente l’evidenza dell’orientamento di un gruppo che spinge sul settore delle rinnovabili lontano da Priolo evidentemente ritenuta poco permeabile al processo di transizione, e lasciano dubbi e perplessità sulla strategia di un gruppo come Enel che acquisisce una centrale di cogenerazione con un’operazione che nasce e si sviluppa in contrasto alla tendenza storica di un graduale ma progressivo abbandono del petrolio e del gas a favore delle rinnovabili”. Questa la lettura fornita dal segretario provinciale dei metalmeccanici. Il tema rimane, quindi, quello della transizione energetica ed il suo “costo” sociale.
“Pur condividendo l’effetto positivo della confermata tutela occupazionale per i 144 dipendenti di Erg Power, ritengo necessario riaffermare, da metalmeccanico, che per contrastare il negativo impatto occupazionale che il processo di trasformazione rischia di generare non basta più la lotta a livello categoriale o aziendale, ma è necessario costruire un fronte ampio di tutti i lavoratori che si ponga su un terreno di lotta generale a favore di tutti lavoratori e cittadini”. Rivisitazione del classico principio marxista del “lavoratori di tutto il mondo unitevi”? Recano conferma implicitamente il riferimento. “Come metalmeccanici continuiamo a credere che la solidarietà e la condivisione debbano ridiventare gli elementi cardine di una pratica che ricomponga le condizioni
normative e salariali del lavoro, affinché allo stesso lavoro corrispondano gli stessi diritti perché ‘Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno'”. Frase, quest’ultima, manifesto del pensiero di Enrico Berlinguer.