Estorsioni, droga e scambio elettorale tra Catania e Siracusa: 19 indagati

E’ scattata alle prime luci dell’alba l’operazione Mercurio. I Carabinieri del Ros, con il supporto dello squadrone eliportato Cacciatori di Sicilia e del XII Nucleo Elicotteri, insieme ai militari del comando provinciale di Catania, hanno eseguito nelle province di Catania e Siracusa un provvedimento cautelare emesso dal Tribunale etneo su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia nei confronti di 19 persone.
Sono accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e scambio elettorale politico mafioso. Il sodalizio criminale, secondo gli investigatori, avrebbe avuto la capacità di infiltrarsi nelle Istituzioni, attraverso soggetti politici locali a cui avrebbero assicurato sostegno alla candidatura. Nel mirino, in particolare, le tornate elettorali per i Comuni di Misterbianco e Ramacca del 2021 e dell’Assemblea Regionale Siciliana del 2022.
Complessivamente, dunque, l’attività investigativa avrebbe individuato e ricostruito a livello di gravità indiziaria, l’organigramma del sodalizio mafioso del gruppo del Castello Ursino, con a capo la figura di Ernesto Marletta e quella di organizzatore di Rosario Bucolo. Quest’ultimo risulterebbe impegnato, attraverso altri affiliati, anche nella gestione di estorsioni ai danni di diverse attività commerciali ed imprenditoriali di Catania, nel trasferimento fraudolento di valori attraverso fittizie intestazioni (strategia adottata dai vertici del gruppo per la creazione, grazie anche a professionisti compiacenti, di attività – settore delle onoranze funebri – fittiziamente intestate a terzi e funzionali all’interesse dell’associazione).
L’indagine ha inoltre evidenziato la capacità del sodalizio di penetrare all’interno della pubblica amministrazione al fine di coltivare i propri interessi economici nel settore degli appalti pubblici: in tal senso sarebbero documentate relazioni tra i già citati vertici del gruppo ed esponenti della politica locale e regionale, quali Matteo Marchese e Giuseppe Castiglione.
Secondo le indagini, nelle elezioni amministrative del 2021 per il Comune di Misterbianco, Matteo Marchese (candidato della lista “Sicilia Futura”) avrebbe accettato la promessa di procurare voti procurati dalla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, in cambio di “appoggio” per gli interessi economici dell’associazione mafiosa. Marchese risulterà consigliere comunale eletto.
Sempre dalle investigazioni, sarebbe emerso (a livello di gravità indiziaria) un accordo tra i vertici dell’articolazione mafiosa dei Santapaola Ercolano e Giuseppe Castiglione in occasione dell’ultima tornata elettorale regionale. Per l’accusa, Castiglione avrebbe accettato la promessa di voti, assicurando a sua volta la realizzazione degli interessi dell’associazione mafiosa. Castiglione risulterà poi eletto a deputato dell’Ars ed in seguito sarà componente della Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia..
Parallelamente l’attività investigativa ha permesso di individuare gli uomini di assoluta “fiducia” dei vertici dell’associazione criminale e impegnati nel mantenimento del controllo del territorio di rispettiva competenza ed alla cura degli interessi economici del sodalizio mafioso.
Eseguito anche un decreto di sequestro preventivo per un valore di un milione di euro.