Giornata del Prematuro, il 17 novembre si colorano di viola ospedale e monumenti

 Giornata del Prematuro, il 17 novembre si colorano di viola ospedale e monumenti

In occasione della Giornata mondiale del prematuro, indetta dalla Società Italiana di Neonatologia in collaborazione con Vivere Onlus (Coordinamento delle Associazioni dei Genitori), si colora di viola la facciata dell’ospedale Umberto I di Siracusa. E’ una delle tante iniziative messe in campo dal reparto UTIN con Neonatologia del nosocomio siracusano, insieme all’associazione PigiTIN presieduta da Anna Messina, organizzazione di volontariato onlus a sostegno dei bambini e dei genitori ospiti del reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale aretuseo.
Il 17 novembre, data della Giornata mondiale, si illumineranno di viola anche la fontana di piazza Archimede ed alcuni monumenti; i volontari dell’associazione “Amiche della maglia di Siracusa” offriranno a tutti i genitori dei prematuri ricoverati dei completini colorati lavorati con la pregiata lana merinos durante l’accoglienza in UTIN; il reparto sarà allietato dalla musicoterapia e decorato con festoni e oggettistica con il simbolico colore viola dei neonati prematuri.
“La UTIN e La PigTN – spiega il direttore del reparto Massimo Tirantello – sostengono da anni il ruolo del genitore come parte integrante delle cure al neonato. All’interno dei nostri reparti per curare non basta la tecnologia e l’applicazione dei protocolli di cura e l’assistenza medico-infermieristica, ma è fondamentale affiancare a queste la relazione amorevole tra il neonato e la sua famiglia con la Canguroterapia, l’abbraccio ed il tocco all’interno della termoculla, il bagnetto con i genitori e tante altre esperienze che i genitori possono realizzare con l’aiuto ed il sostegno del personale sanitario. Anche la dimissione ed il ritorno a casa, momenti delicati dove i genitori spesso si sentono impreparati e dove bisogna ‘fare i conti’ con altri figli e con il ritorno al lavoro, diventano più facili da sostenere con questo coinvolgimento, soprattutto se le forze degli operatori si uniscono per costruire percorsi di sostegno che accrescono la fiducia delle capacità genitoriali”.

 

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