I Fatti di Avola, 53 anni dopo ancora nessuna verità. Cannata: “Desecretare i fascicoli”

 I Fatti di Avola, 53 anni dopo ancora nessuna verità. Cannata: “Desecretare i fascicoli”

Ricordata oggi ad Avola la tragica uccisione di due braccianti, durante lo sciopero contro il caporalato. A 53 anni di distanza da quelli che sono noti in tutta Italia come “I Fatti di Avola”, cerimonia in contrada Chiusa di Carlo, alle porte della città, laddove morirono il 2 dicembre del ’68 Angelo Sigona e Giuseppe Scibilia.
Cgil Cisl e Uil hanno presenziato all’evento con Roberto Alosi, segretario generale della Cgil, Pippo Linzitto del direttivo Fai Cisl ed Emanuele Sorrentino, segretario generale della Uil pensionati.
“In quest’area si consumò una esperienza di forte coraggio, di vita e rappresentò una lezione per la difesa dei diritti”, hanno ricordato i tre sindacalisti. “Dopo 53 anni si attende il risultato della politica, perché non si è fatto nulla per le famiglie e per la categoria più debole che rappresentiamo. Noi ci auguriamo sempre che venga fuori qualcosa. Parliamo alle istituzioni affinché dimostrino con i fatti vicinanza alle famiglie e permettere loro di andare avanti dignitosamente”.
Intanto, la deputata regionale Rossana Cannata (FdI) è tornata a chiedere di desecretare i fascicoli relativi a quei fatti. Lo fa con il sostegno della deputata nazionale di Fratelli d’Italia, Carolina Varchi, e dopo la stessa richiesta avanzata tre anni addietro dal presidente della Regione.
“È inspiegabile – spiega Rossana Cannata – che dopo 53 anni non sia ancora stata fatta chiarezza su uno degli eventi più tragici del nostro passato recente. Come si legge nell’interrogazione della deputata Varchi, la richiesta di desecretazione degli atti è un impegno dovuto nei confronti dei familiari delle vittime, ma soprattutto per rendere omaggio a chi, con le proprie battaglie, ha contribuito a rendere più dignitoso il lavoro agricolo, specialmente in questo momento di crisi. Una verità – conclude la vicepresidente della commissione regionale Antimafia – dovuta, perché i diritti e la dignità dei lavoratori restino una priorità della nostra società. Ieri come oggi”.

 

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