Ias, sale la tensione. Sit-in nel piazzale, il 21 lo sciopero: “pronti ad andare a Palermo”

 Ias, sale la tensione. Sit-in nel piazzale, il 21 lo sciopero: “pronti ad andare a Palermo”

In attesa dello sciopero del 21 marzo, oggi prima mobilitazione dei lavoratori Ias. Nel piazzale del depuratore consortile hanno dato vita ad un primo sit-in. La preoccupazione è tangibile. Il 24 marzo scade il termine concesso dalla Procura di Siracusa ad Ias per la presentazione di un cronoprogramma di lavori per risolvere le criticità ambientali segnalate e la relativa fideijussione. I giorni però passano senza grosse novità e dietro l’angolo c’è il rischio della nomina di un commissario se non, addirittura, i sigilli al depuratore consortile di proprietà della Regione. I soci hanno dato il via libera allo studio di progettazione ingegneristica per la copertura delle vasche. Ma non intendono andare oltre: a giugno scade l’ultima proroga ad Ias mentre la Procura chiede un impegno di 12 mesi almeno che la società di gestione mista pubblico-privata non può pertanto garantire. Il futuro dei 60 lavoratori Ias è sempre più incerto mentre Irsap (proprietaria per conto della Regione) e Ias si rimpallano le responsabilità.
“Il presidio di questa mattina è solo la prima di una serie di iniziative di protesta che il sindacato è pronto a mettere in campo se non arriveranno riscontri dal presidente della Regione Siciliana, a cui abbiamo chiesto un incontro, o da chi gestisce Ias, soci pubblici e soci privati”, dice Andrea Bottaro della Uiltec. “Nessuno può sfuggire dalle proprie responsabilità e lasciare in braghe di tela i lavoratori. Il prossimo appuntamento è lo sciopero di giovedì 21, ma se non giungerà in tempi celeri la convocazione del presidente della Regione, porteremo i lavoratori dell’intera area industriale siracusana sotto palazzo d’Orleans”.
Per i sindacati, arrivare al sequestro effettivo dell’impianto consortile prefigurerebbe “uno scenario apocalittico, che determinerebbe la fine dell’esperienza di Ias nel territorio, con conseguenze occupazionali per le 60 famiglie interessate, generando perplessità circa il proseguo delle attività del depuratore e conseguentemente degli stabilimenti industriali che in esso conferiscono i propri reflui”.

 

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