In agitazione i lavoratori dell’appalto pulizie della Marina Militare di Augusta

 In agitazione i lavoratori dell’appalto pulizie della Marina Militare di Augusta

Proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori dell’appalto pulizie della Marina Militare Marisicilia di Augusta. Sono 38 e la loro protesta si inserisce nella più vasta vertenza che vede coinvolte anche le basi di Catania, Messina, Palermo, Trapani e Agrigento.
Lo stato di agitazione è stato proclamato “per contrastare l’immobilismo del Comando Marina Militare di Marisicilia di Augusta, il quale, pur essendo stata incalzata dalla Filcams Sicilia sulla insostenibilità della gara indetta per il servizio di pulizia, ha già convocato al Ministero della Difesa le ditte aggiudicatarie per la sottoscrizione dei contratti l’avvio per l’immissione in appalto”.
La decurtazione della base d’asta e del monte ore/annuo non è ritenuta accettabile dal sindacato. “Avrà effetti devastanti per i lavoratori impiegati nell’appalto, prevedendo a gara un monte ore insufficiente al corretto espletamento di tutte le prestazioni richieste per l’intero Lotto 4, con 33.800 ore/anno (ad oggi la sola base di Augusta conta su un monte ore di 36.000 ore/anno) contro il monte ore della precedente gara di 49.000 ore/anno, tanto che l’impresa risultante aggiudicataria dell’attuale procedura di gara per il Lotto 4 (BSF s.r.l.), ha già dichiarato esuberi di personale di rilevante entità ovvero, nella migliore delle ipotesi, un taglio complessivo delle ore contrattuali dei singoli lavoratori stimato in circa il 30-40%”.
Le segreterie Nazionali Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno già richiesto un incontro urgente al Ministero della Difesa, evidenziando le pesanti ricadute sui livelli occupazionali con inevitabili conseguenze drammatiche per i lavoratori dell’appalto.
“Ancora una volta, la Marina Militare si prepara ad augurare il buon Natale ai lavoratori dell’appalto delle pulizie, ipotizzando una decurtazione sostanziale del loro misero salario, ovviamente a parità di superfici da pulire e sanificare. Di fronte a salari di poche centinaia di euro mensili, solo ipotizzare la possibilità di ridurre anche solo di 100 euro lo stipendio di questi lavoratori, significa mandare sul lastrico famiglie che vivono con stipendi ben al di sotto del reddito di cittadinanza”, dicono il segretario provinciale Filcams, Alessandro Vasquez, ed il regionale Stefano Gugliotta. “Già il 26 giugno 2015 i lavoratori dell’appalto manifestarono davanti al Ministero della Difesa a Roma per difendere il loro salario, anche in questo caso siamo pronti a mobilitare i lavoratori siciliani con i colleghi della Toscana, Liguria e Sardegna per difendere il diritto alla dignità dei lavoratori che solo il lavoro può dare”.

 

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