Inchiesta Greenpeace, petroliere e operazioni sospette al largo del golfo di Augusta

 Inchiesta Greenpeace, petroliere e operazioni sospette al largo del golfo di Augusta

Si chiama “Complicità italiane e rischi ecologici delle violazioni all’embargo sul petrolio” ed è l’inchiesta di Greenpeace dedicata alle presunte attività illecite della “flotta fantasma” russa, a poca distanza dalla Sicilia. In 23 pagine di reportage, l’unità investigativa dell’associazione ambientalista ricostruisce quello che sarebbe stato il meccanismo adottato da Mosca per aggirare l’embargo europeo sul petrolio, imposto dopo l’invasione dell’Ucraina. Le operazioni sarebbero avvenute a poche centinaia di metri dalle acque territoriali italiane, come rivelato anche dalla trasmissione Report di Rai3.
Greenpeace Italia spiega di aver monitorato le attività di 52 petroliere al largo del golfo di Augusta, da gennaio a novembre 2024, “individuando 33 trasferimenti di petrolio da una nave all’altra (ship to ship transfer) in mare aperto” si legge nel report. Operazioni che sarebbero connotate anche da un certo rischio di naturale ambientale, per via di possibili contaminazioni dell’ecosistema marino.
L’organizzazione ambientalista ha anche documentato che, in violazione delle sanzioni europee, l’Italia avrebbe permesso a navi sanzionate o sanzionabili di attraccare nei porti, mentre alcune società italiane hanno prestato servizi di assistenza tecnica a navi che sarebbero parte della flotta fantasma russa.
L’inchiesta ricostruisce anche i legami tra la flotta fantasma e alcune petroliere che navigano impunite nel Mediterraneo, “talvolta con i sistemi di tracciamento spenti e che, finora, sono riuscite a sottrarsi alle sanzioni europee”. Nella flotta fantasma russa, Greenpeace Italia denuncia di avere scoperto anche la presenza di navi che fino a poco tempo fa erano italiane.
Secondo diverse fonti, la Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catania avrebbe aperto un fascicolo sulle attività della flotta fantasma russa al largo della Sicilia. Oggi anche il vicepresidente della Camera, Sergio Costa, è intervenuto sui contenuti dell’inchiesta chiedendo al governo di intervenire subito perché “non possiamo permettere che traffici illeciti si svolgano sotto i nostri occhi, finanziando la guerra e mettendo a rischio il nostro mare”.

 

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