Industria a Siracusa, il tempo è scaduto? La Cgil chiama alla mobilitazione: venerdì 10 giugno

 Industria a Siracusa, il tempo è scaduto? La Cgil chiama alla mobilitazione: venerdì 10 giugno

Il rischio che “salti” l’intera zona industriale siracusana è sempre più concreto. Le ultime sanzioni decise dall’Ue, con l’embargo al petrolio russo via mare a partire da gennaio 2023, sono un colpo durissimo per Isab e di rimando per tutto il sistema industriale locale. “E’ giunto il momento di inasprire la lotta, battere i pugni sul tavolo e gli scarponi per terra come si faceva una volta. Non vorrei che qualcuno scambiasse la buona educazione, il buonsenso e il forte richiamo alla responsabilità sociale fin qui dimostrati, per debolezza”. Sono le parole con cui il segretario provinciale della Cgil, Roberto Alosi, annuncia una prima mobilitazione. Appuntamento aperto a tutti, non solo ai lavoratori direttamente coinvolti, dalle 8 del 10 giugno, davanti alla portineria Nord di Isab, nel cuore della zona industriale. “Invitiamo tutti, lavoratori, sindaci, rappresentanze politiche, istituzioni, imprese e l’associazionismo civico ad unirsi a noi venerdì 10 giugno dalle ore 8 in poi”, dice Alosi.
Non è la mobilitazione generale annunciata mesi fa, appare piuttosto un primo tentativo di organizzare una prova di resistenza e compattezza del territorio e delle sue rappresentanze.
Ma non c’è più tempo, per il sindacato. “La nostra realtà industriale è sempre più vicina alla deriva. Abbiamo chiesto invano al presidente Draghi un tavolo di confronto autorevole, dove venga tracciato un percorso condiviso. A Priolo il rischio che salti l’intero sistema di raffinazione si fa ogni giorno sempre più concreto. C’è bisogno di Politica e la Politica ha bisogno di pensiero, di dibattito, di ricerca, di contatti, di confronto e di ipotesi. In una parola dell’intelligenza degli avvenimenti e non certamente dell’ antica dimensione del silenzio più ingombrante e deflagrante di qualunque parola. Siracusa merita una risposta da parte del Governo Draghi. Migliaia di lavoratori potrebbero perdere il lavoro e questo è socialmente ed economicamente impensabile e insostenibile”, lo sfogo di Alosi.

 

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