Italia Viva e Garozzo: le regionali, il Pd e FdI, il nodo alleanze e un pizzicotto al sindaco Italia

 Italia Viva e Garozzo: le regionali, il Pd e FdI, il nodo alleanze e un pizzicotto al sindaco Italia

Renziano della prima ora, Giancarlo Garozzo è il nome forte di Italia Viva in provincia di Siracusa e dirigente regionale del partito. Ma non sarà l’ex sindaco di Siracusa a concorrere per un posto all’Ars. “Il candidato siracusano nella lista che andremo a comporre, insieme alle forze ed ai movimenti con cui condividiamo il percorso, sarà Saverio Bosco”, attuale coordinatore provinciale insieme ad Alessandra Furnari.
Quanto al candidato presidente della Regione, la partita è tutta aperta. “Vediamo intanto se regge fino alla fine la candidatura di Caterina Chinnici. Al momento, essendo stata scelta in alleanza con il M5s, noi di Italia Viva non la sosterremo. Ma non è difficile prevedere che la coalizione di centrosinistra cambierà. Magari salteranno le presidenziali. Comunque tutto lo scenario è fluido. Ancora bisogna pure capire chi sarà il candidato del centrodestra, se un sovranista o un moderato. Ad oggi, non mi sento di escludere anche un nostro eventuale candidato presidente in una coalizione di centro”.
Quanto alle amministrative in programma a Siracusa il prossimo anno, Garozzo tiene aperta la porta ad una alleanza con “le forze alternative a questa amministrazione, quindi in primo luogo il Pd”. I rapporti con il suo ex delfino Francesco Italia sono saltati da un pò. Non è un mistero che il loro cammino politico comune si sia interrotto dopo pochi mesi della nuova sindacatura. “Sono uno dei pochi che non si aspettava le dimissioni del sindaco Italia. Ho certezza che non si è dimesso perchè non aveva il posto certo in Parlamento, che poi è diversa dalla candidatura certa. Azione, il suo partito, è forte nel Lazio e in centro Italia; in Sicilia percentuali più basse che non garantiscono nel proporzionale, nel collegio Siracusa-Ragusa, di essere eletto alla Camera. Questo significa che la partita te la devi giocare. Un sindaco uscente il suo valore aggiunto lo deve garantire nel suo territorio e pertanto immagino che Azione non poteva garantirgli un posto in lista, ad esempio, nel Lazio. Io – continua Garozzo – ho rifiutato una candidatura ed un posto certo in Parlamento nel 2017. Ero ancora nel Pd, il seggio era sicuro. Non mi dimisi da sindaco di Siracusa per evitare l’arrivo di un commissario alla guida del Comune. Un commissario che, con ogni probabilità, tra i primi atti avrebbe operato una transazione con Open Land che chiedeva milioni di euro. Comunque, non rivanghiamo. Tanta acqua è passata sotto i ponti…”
Chiediamo a Giancarlo Garozzo un suo commento sulla situazione del Pd. “Per me è sempre complicato, ci ho passato 12 anni di attività politica, ricoprendo ruoli istituzionali. Oggi di certo non vive un momento di linearità e chiarezza. A livello nazionale deve decidere se parla con il polo moderato, riformista e liberista, o se sta coi ciuffetti di sinistra. Nel campo del centrosinistra i programmi devono essere bandiere. A livello locale, non mi impressiona la vicenda dell’adesione del sindaco di Melilli, Giuseppe Carta. Nessuna si scandalizza più per un cambio di casacca. Semmai, sarebbe interessante sapere cosa ne pensa Forza Italia dell’opportunità della candidatura di poche settimane prima, alle amministrative melillesi”.
A destra, avanza anche in provincia Fratelli d’Italia. “E’ fisiologico. C’è stato il momento della Lega, quello dei Cinquestelle e ora di Fdi. Di fodno, però, c’è un errore di coalizione: e non a caso Forza Italia si svuota dei suoi pezzi migliori. Tre ministri che se ne vanno può voler dire – spiega Giancarlo Garozzo – che quello non è più il centrodestra ma solo la destra, a trazione FdI. Con me e con la mia cultura politica non ha nulla da dividere, rappresentano un altro mondo. Quello che sta prendendo FdI, lo stanno perdendo Lega e Fi. Il quantum finale di coalizione non cambia, si rafforza una lista a dispetto delle altre alleate. Mi preoccupa che possano andare al governo e cambiare la costituzione da soli. La partita è ancora aperta, non c’è nulla di scritto”, chiosa la sua analisi il renziano Giancarlo Garozzo.

 

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