La Sicilia paralizzata dai vincoli, il Sole 24 Ore parla del "caso Siracusa": dai porti turistici di Caltagirone e della Spero al resort di Ognina

 La Sicilia paralizzata dai vincoli, il Sole 24 Ore parla del "caso Siracusa": dai porti turistici di Caltagirone e della Spero al resort di Ognina

“La Sicilia è una regione che appare ferma, in balia di procedure lente e di innovazioni, si fa per dire, legislative o regolamentari che bloccano tutto piuttosto che aiutare”. Il “Sole 24 Ore” boccia il modus operandi della Regione. Lo fa parlando, in un articolo pubblicato sul quotidiano economico nazionale, di “situazioni paradossali, veramente kafkiane. Sotto accusa- secondo il Sole 24 Ore- in particolare i piani paesaggistici entrati in vigore negli ultimi anni”. Un elenco in cui vengono inseriti gli investimenti turistici “bloccati a Siracusa, interventi sulla costa e legati alla portualità il cui valore complessivo si avvicina a 500 milioni per un totale, secondo stime, di oltre mille posti di lavoro stabili a regime. In questo caso – è quello che scrive Nino Amadore- gli interventi più significativi riguardano la costruzione di due approdi turistici (uno che faceva capo alla società Acqua Marcia di Francesco Caltagirone oggi all’asta e l’altro alla Spero, società che fa capo alla famiglia Di Stefano), per non parlare degli investimenti alla Penisola Maddalena e ad Ognina, sempre sulle coste siracusane”. Un modo per spiegare che “c’è la grande impresa che ha da tempo programmato un investimento per rendere più sicura e efficiente la rete elettrica regionale, l’azienda del Nord che ha pianificato in Sicilia investimenti sul fronte delle energie rinnovabili e ci sono decine e decine di piccole imprese che attendono solo un via per fare investimenti pianificati da tempo. Per non parlare poi di opere pubbliche,a volte anche strategiche, già finanziate ma ferme. C’è chi ha fatto una stima per difetto e ha calcolato in quasi due miliardi di euro gli investimenti bloccati in Sicilia. Un conteggio che, ovviamente, non comprende alcune grandi opere pubbliche strategiche (si veda articolo sotto) che restano ferme per i più vari motivi”.

 

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