La Siracusa degli ‘invisibili’ che vivono in strada, ora il freddo è il nemico

 La Siracusa degli ‘invisibili’ che vivono in strada, ora il freddo è il nemico

Gli invisibili, i clochard che hanno scelto la strada come casa. Sono poco più di una ventina a Siracusa, secondo le stime delle associazioni in prima linea nell’assistenza. Italiani e stranieri, dormono in rifugi di fortuna: baracche improvvisate, costruzioni in abbandono, all’interno del Talete. Hanno storie difficili alle spalle e con grande ritrosia le raccontano. Gli operatori della Ronda della Solidarietà, che per tre volte a settimana dividono pasti caldi agli invisibili che vivono a Siracusa, hanno conquistato la loro fiducia ed hanno imparato a conoscerli. C’è chi è finito in strada schiacciato dai debiti e dopo avere perso tutto, chi è stato sconfitto da pesanti dipendenze come alcol e droga; e poi le storie di quanti hanno perso la via dopo la morte dei genitori, niente lavoro e nessuna certezza.
Il freddo, adesso, è il grande nemico. Le temperature sono bruscamente calate e la notte si battono i denti. La stagione invernale non è entrata nel vivo, ma già la macchina dell’assistenza, con i suoi volontari e le strutture disponibili, si è messa in moto. Il piano straordinario prevede l’attivazione di una tensostruttura riscaldata della Protezione Civile. Ma per far fronte alle emergenze quotidiane, c’è la rete creata dalla Stazione di Posta di viale Ermocrate. Oggi conta su sei posti letto, pasti caldi e docce per tutti quelli che ne fanno richiesta. E poi una serie di servizi, dalla lavanderia all’orientamento al lavoro. In due mesi di attività, hanno già aiutato 70 persone. “Per gli operatori non è sempre facile intervenire. Bisogna vincere la diffidenza di queste persone. Spesso, per paura, sono restii a dare confidenza o mostrare i documenti. Temono provvedimenti, ritorsioni. Non possiamo certo prenderli e portali a forza alla Stazione di Posta. Ci sono delle resistenze iniziali ma è bello vedere che dopo un primo, vero contatto con la rete di assistenza iniziano non solo a fidarsi ma a parlare bene delle attività a disposizione con altre persone in difficoltà e che vivono la strada”. Lo racconta Stefano Elia, dell’associazione Kolbe ed in prima linea nella gestione della Stazione di Posta di viale Ermocrate.
Davvero la città non li vede? “C’è chi si lamenta e vorrebbe che spostassimo queste persone. Ma non si può intervenire con la forza. Conta sempre la volontà della persona. Solo in caso di evidenze sanitarie o cliniche, interveniamo in collaborazione con i sanitari del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asp. Per il resto, tanti siracusani mostrano di avere cura e attenzione. Ci segnalano dove vivono le persone in difficoltà e sempre di più sono quelli che si dicono pronti a mettersi a disposizione per aiutare. Ed è bello così”.

 

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