L’omicidio di Corrado Vizzini: in un VIDEO il momento dell’agguato

Luce sull’agguato mortale a Corrado Vizzini, 55 anni, detto “Marcuotto”, morto dopo 11 giorni all’ospedale Di Maria di Avola, dove era stato ricoverato quando, lo scorso 16 marzo, era rimasto vittima di un agguato nei pressi della sua abitazione a Pachino. In base alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti, l’uomo è stato raggiunto da 4 degli 8 colpi di pistola sparatigli contro e per i quali sono stati fermati La misura cautelare riguarda Stefano Di Maria, 25 anni, Massimo Quartarone, 24 anni, Sebastiano Romano, 27 anni, già noto alle forze dell’ordine, Giuseppe Terzo, 26 anni. Le indagini, condotte dagli investigatori del Commissariato di Pachino, dirette dal Sostituto Procuratore Gaetano Bono e coordinate dal Procuratore facente funzioni, Fabio Scavone,hanno avuto un valido e decisivo apporto dai riscontri indiziari e probatori emersi dalla visione di alcune telecamere installate nella zona dell’agguato. Per il clima di omertà registrato dagli investigatori, invece, non ci sono stati contributi provenienti da fonti testimoniali dirette. La vittima, la sera del ferimento, intorno alle 21, stava rincasando, in quanto sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di rientro, quando, giunto all’incrocio tra Via De Santis e Via Dei Mille, è stato raggiunto da quattro colpi di arma da fuoco , riportando gravi ferite. Dalle modalità e dall’esecuzione dell’omicidio si desume la premeditazione dell’agguato, probabilmente pianificato per un atto intimidatorio subìto da Quartarone nel mese di febbraio e maturato negli ambienti dello spaccio della droga nelle zone del pachinese. Non è esclusa la premeditazione. Gli inquirenti parlano anche di un biglietto aereo, acquistato pochi giorni prima del delitto, probabilmente con l’intento di fuggire subito dopo. Intanto questa notte, incendiata la porta di uno degli arrestati e piazzata una bomba carta davanti al portone di casa del suocero. Episodi che, a brave distanza l’uno dal’altro, potrebbero anche essere ancora collegati alla vicenda in questione.

 

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