Nuova crisi dei rifiuti, la fosca previsione: “Costi lievitati e rifiuti che rimarranno in strada”

 Nuova crisi dei rifiuti, la fosca previsione: “Costi lievitati e rifiuti che rimarranno in strada”

Non solo Siracusa. Il nuovo problema con il conferimento dei rifiuti urbani nella discarica di Lentini colpisce in pieno la raccolta in quasi tutte le cittadine della province di Siracusa, Catania e Ragusa. Non che manchassero i campanelli di allarme per quell’impianto ormai saturo. Per un periodo si era reso disponibile l’impianto della Società Impianti SRR CL4, oggi chiuso a nuovi conferimenti, e quello della Catanzaro Costruzioni in Calabria per 2000 tonnellate settimanali, con la conseguente lievitazione dei costi, passati dai 107,74 euro a tonnellata per l’impianto della Sicula Trasporti, ai 160euro a tonnellata per il conferimento in altre discariche regionali, ai 240 euro a tonnellata per il conferimento del 25% dei rifiuti in discariche al di fuori della Sicilia, fino alle oltre 370 euro a tonnellata richiesti oggi in discariche extra regionali da reperire nel territorio nazionale.
«Una situazione non più sostenibile dai Comuni – dichiara il vicepresidente di Anci Sicilia, Paolo Amenta – che mette in discussione il sistema organizzativo regionale che dovrebbe garantire il conferimento del 35% dei rifiuti in discarica e del 65% differenziato. La situazione attuale di fatto è più che allarmante per i Comuni siciliani, se consideriamo che siamo alle porte dell’estate, con il conseguente aumento della popolazione residente nei nostri centri, e non abbiamo ancora superato le problematiche legate alla pandemia, alla crisi finanziaria e dei maggiori costi energetici. Con la comunicazione ufficiale fatta nei giorni scorsi dalla Sicula Trasporti ai Comuni della Sicilia orientale e alle tre Prefettura di Catania, Siracusa e Messina, si registra così l’impossibilità a conferire nell’impianto della SRR CL4 mentre in quello della Catanzaro Costruzioni si possono trasferire appena 2000 tonnellate settimanali. Significa – precisa il vicepresidente Amenta – come conferma la stessa Sicula Trasporti, che è necessario un’ulteriore riduzione di conferimenti di 400 tonnellate al giorno, passando da 8400 a circa 6000 tonnellate, per un conferimento medio giornaliero di 800 tonnellate, regolamentato dall’ordine progressivo di arrivo dei camion sino al raggiungimento della quantità stabilita. Gli altri Comuni, pertanto, stando così le cose, si ritroveranno i rifiuti per strada, salvo non vengano individuate discariche fuori dalla Sicilia, lungo il territorio nazionale, dove il gestore può portare i rifiuti dei nostri Comuni, con i costi più che triplicati che ci ha indicato. Dramma nel dramma, perché i Comuni, già in ginocchio e con i Piani finanziari messi insieme al centesimo, non sanno dove reperire i soldi per coprire questi ulteriori costi che di certo non si possono far pagare ai cittadini triplicando le tariffe della TARI. Qualcuno, dalla Regione allo Stato, devono assumersi la responsabilità di dirci come fare, non possono stare in silenzio su un problema vecchio come quello dei rifiuti su cui in questi ultimi cinque anni il governo regionale, che ne ha competenza, è stato assente. Ci chiediamo chi modificherà i Piani finanziari dei Comuni, chi li autorizzerà a pagare cifre non previste nei Piani? Facile poi denunciare i Sindaci e gettarli in pasto ai Tribunali. E allora – conclude il Vice Presidente di Anci Sicilia – si prenda atto immediatamente della situazione e si attivi urgentemente un tavolo di confronto e di decisione per dare risposte. L’estate è alle porte con il conseguente aumento della popolazione residente nei nostri centri e i rifiuti di certo non potranno restare sulle strade aggravando il già fragile quadro emergenziale delle nostre città».

 

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