Pachino. La Gdf sequestra un deposito di carburante agricolo e tre autocisterne

 Pachino. La Gdf sequestra un deposito di carburante agricolo e tre autocisterne

Un deposito di carburante agricolo e tre autocisterne di proprietà di una ditta di Pachino sono stati posti sotto sequestro cautelare dalla Guardia di Finanza di Siracusa. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Siracusa. La ditta opera nel settore del commercio all’ingrosso ed al dettaglio di prodotti petroliferi.
Secondo quanto emerso durante l’indagine, il gasolio agricolo soggetto ad accisa agevolata nella realtà veniva immesso in consumo per essere destinato ad usi soggetti a imposta piena. I rappresentanti legali della società interessata si sarebbero quindi resi responsabili del reato di contrabbando di oli minerali.
Nel dettaglio, la ditta – in prossimità delle chiusure annuali – dopo aver quantificato il carburante agricolo effettivamente ceduto ai soggetti ammessi all’agevolazione fiscale, avrebbe venduto il quantitativo rimasto a soggetti non autorizzati. Queste operazioni, però, figuravano quali vendite agli agricoltori; questo consentiva all’impresa di mantenere, per l’annualità successiva, la medesima assegnazione, normativamente determinata sulla base del consumo dichiarato l’anno precedente.
Fin dai primi accertamenti, i finanzieri hanno rilevato che nel mese di dicembre si verificava un significativo incremento del volume di vendita del gasolio agricolo agevolato; e la circostanza è apparsa sospetta. Sono state quindi avviate attività di investigazione tecnica con l’installazione di telecamere all’ingresso del deposito commerciale e apparecchiature gps sui mezzi di trasporto dei prodotti petroliferi agevolati.
Così venivano ripresi i rifornimenti di carburante effettuati presso il deposito e monitorati gli spostamenti delle autobotti in modo da verificare i luoghi di effettiva consegna del prodotto destinato ad uso agricolo agevolato.
Molti clienti, filmati durante le operazioni di rifornimento, non sarebbero stati legittimati ad acquistare il carburante agricolo agevolato, in quanto non collegabili in alcun modo a produttori autorizzati. Altre utili indicazioni arrivano dai dati gps. E questi rilevamenti, insieme ai successivi riscontri documentali, hanno permesso ai finanzieri di accertare che i luoghi di scarico indicati nei documenti di trasporto e nelle fatture non erano compatibili con l’effettiva posizione delle autobotti.

 

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