Pillirina e l’istituzione della Riserva: “Pratica ferma per una dimenticanza del Comune”

 Pillirina e l’istituzione della Riserva: “Pratica ferma per una dimenticanza del Comune”

Perchè la Pillirina non è ancora riserva naturale? Cosa blocca un iter avviato ben 11 anni fa? Prova a dare una risposta l’ex presidente del Wwf a Siracusa, Peppe Patti. “L’istituzione della Riserva Plemmirio è ferma al palo per una deficienza della legge regionale istitutiva, antecedente a quella nazionale e mai adeguata, e, diciamola così, per una dimenticanza da parte del Comune di Siracusa”, spiega.
Secondo Patti, per la verità, la responsabilità principale nei ritardi sarebbe proprio di Palazzo Vermexio. “Giocando su un vizio normativo inerente la concertazione, ovvero la partecipazione attiva degli attori coinvolti nell’istituzione della Riserva, (il Comune di Siracusa) ha di fatto bloccato l’iter istitutivo. Occorre ricordare che l’ultimo atto è una comunicazione del C.R.P.P.N. del 2015. La giunta Italia – prosegue Patti – pensa di giocare demagogicamente con l’opinione pubblica e con chi ha a cuore l’istituzione, la conservazione e la corretta fruizione di quei luoghi”.
Come fare per uscire dallo stallo? L’ex presidente del Wwf spiega che “sarebbe bastato irritualmente, ma già ampiamente adottato da altre amministrazioni, chiedere di essere auditi dal Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale, per sbloccare l’iter amministrativo. E Granata è stato più volte assessore regionale e comunale, strano che da ambientalista convinto qual è, non se ne sia mai accorto”.
Non è certo un giudizio tenero quello dell’architetto Peppe Patti. “Mi viene da pensare come mai con la grande campagna mediatica sull’utilizzo dei fondi del PNRR con lo sbandieramento della spesa di 175 milioni di euro per i progetti di riqualificazione territoriale, non hanno prestato attenzione alle bellezze paesaggistiche e naturalistiche del territorio siracusano. La Pillirina e gli oltre 500 ettari compresi nella Riserva sul Plemmirio potrebbero essere espropriati ed acquisiti a patrimonio dello Stato e invece dobbiamo gioire per la proposta, che il sapore di una dichiarazione di amore incondizionato, di Erlend Oye”.
Invero, la stessa ipotesi di un esproprio per la Pillirina appare irrealizzabile. Ma quanto al resto, l’analisi di Patti trova consensi anche tra altri attenti osservatori delle cose di casa nostra e dei beni comuni, come l’avvocato Salvo Salerno. Viene da chiedersi, allora, perchè le associazioni ambientaliste che battagliano per la riserva non abbiamo mai attenzionato questo aspetto, forse risolutivo.

 

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