Risiko della scuola siracusana, chi trasloca dal Palazzo degli Studi? Il piano del Libero Consorzio

 Risiko della scuola siracusana, chi trasloca dal Palazzo degli Studi? Il piano del Libero Consorzio

Il Palazzo degli Studi che da 90 anni il liceo Corbino e l’istituto Rizza condividono, non è l’unico caso che agita le scuole superiori di Siracusa. Gli istituti scolastici devono fare i conti con alcune necessità riorganizzative segnalate dal Libero Consorzio Provinciale. L’ente – proprietario degli edifici – ha la necessità di azzerare o quasi i circa 600mila euro di affitti pagati ogni anno per spazi extra, da adibire ad aule e laboratori. E per riuscirci, ha preparato una bozza – presentata nei giorni scorsi ai dirigenti scolastici – con una serie di spostamenti e accorpamenti che, nelle intenzioni, dovrebbero razionalizzare e semplificare la situazione. Al momento, però, sono più le polemiche e le contrarietà che altro.
Il caso del Palazzo degli Studi è noto: l’edificio inaugurato nel 1935, da allora ospita il liceo Corbino da un lato e l’istituto Rizza dall’altro. Si tratta di due istituzioni scolastiche centenarie ed entrambe prestigiose. Motivo per cui, scegliere quale debba traslocare per fare spazio solo all’altra è questione delicata. Nel piano elaborato dai tecnici della ex Provincia – e presentato nel corso di un incontro a cui ha partecipato anche l’ufficio scolastico provinciale – toccherebbe al Rizza prendere armi e bagagli per spostarsi definitivamente in via Modica, nell’edificio dell’Insolera che – dal primo settembre – è accorpato amministrativamente proprio al Rizza. I conti che fanno al Libero Consorzio sono semplici: servono 64 aule alla scuola? Bene, il problema è risolto assegnato al Corbino l’intero Palazzo degli Studi. Ma, si potrebbe obiettare, perchè non dovrebbe essere il Corbino a spostarsi in via Modica (Insolera) mentre il Rizza potrebbe utilizzare l’intero Palazzo degli Studi per riunificare tutte le tre sedi?
In realtà questa opzione non potrebbe essere presa in considerazione in quanto l’Insolera è accorpato al Rizza e pertanto il Corbino non avrebbe titolo per “occupare” la sede di via Modica (dipendente dal Rizza, ndr). C’è comunque un’altra considerazione da fare: se il Corbino occupasse per intero il Palazzo degli Studi, rimarrebbero aule o laboratori vuoti? E se si, finirebbero poi “prestate” ad altri istituti, ri-generando condomini scolastici?
Come comprenderete, la questione è complessa e non si può pensare di risolverla esaustivamente solo limitandosi ad un calcolo di fabbisogno aule ed un istituto che trasloca (verosimilmente dopo dicembre 2025, ndr).
Tra l’altro, nel caso del Palazzo degli Studi, come ogni duplex che si rispetti, sin dall’avvio della convivenza sarebbero stati decine e decine i tentativi – ora di una scuola, ora dell’altra – di “mangiare” spazi al vicino. Quindi, come muoversi senza dare l’impressione di fare un torto a qualcuno? Altra bella grana per il Libero Consorzio.
Non solo Palazzo degli Studi, comunque. Gli altri casi riguardano l’alberghiero Federico II di Svevia, l’Einaudi, il Gargallo e il Quintiliano. Problemi considerati di portata minore, però forse neanche troppo. Nel piano del Libero Consorzio, l’Alberghiero e le sue 38 classi dovrebbero tutte essere allocate allo Juvara; l’Einaudi ha un fabbisogno di 53 aule, di cui 41 nella nuova sede della Pizzuta e potrebbe contare su altre 12 aule più 3 laboratori nell’edificio di via Pitia; il Gargallo ha bisogno di 49 classi, 45 nella sede della Pizzuta e altre 7 più 3 laboratori sempre in via Pitia; infine il Quintiliano, con 48 classi di fabbisogno: 38 nella sede centrale di via Tisia e 10 + 3 laboratori ancora nell’edificio di via Pitia che si confermerebbe così una sorta di condominio scolastico.
Pinella Giuffrida è la referente provinciale dell’Associazione Nazionale Presidi. “Una decisione, quella del Libero Consorzio, presa senza considerare tutta una serie di numeri oggettivi. Manca ogni riferimento al numero degli studenti di ogni singola scuola ed alla percentuale di occupazione delle classi. E poi, cosa significa spazi disponibili? E’ una definizione dentro cui può infilarsi di tutto, se non la si contestualizza”, spiega a Siracusaoggi.it. “Prima di assumere delle decisioni, dobbiamo capire la situazione dentro ogni singolo istituto. E quindi sapere quante classi utili ci sono e quante sono utilizzate o occupate, quali altri locali esistono e come sono impiegati; quanti studenti ci sono in ogni scuola, quali istituti sono vuoti e quali no e come riorganizzarli”, aggiunge Pinella Giuffrida.
Proprio sul caso del Palazzo degli Studi, centrale diventa la disponibilità di quanti più dati possibili, “per evitare di fare un torto a qualcuno”. E ancora: “tutta una scuola in un unico stabile sarebbe una cosa fantastica, finalmente si chiuderebbe l’era dei disfunzionali condomini scolastici. Prendiamo l’Alberghiero, finalmente lo si toglierebbe dai garage per dargli una sede decorosa per quanto con qualche anno sulle spalle., Ma nella nuova sede individuata, ci sono le cucine? Sono a norma e funzionali? Ci sono spazi per tutte le esercitazioni che gli studenti devono compiere nel loro corso di studi? Fare conto solo su fabbisogno aule e spazi disponibili, comprenderete, non ha logica alla prova dei fatti”.

 

Potrebbe interessarti