Sanità: ospedali e case di comunità per Siracusa, il piano Razza è una rivoluzione? Chi lo vota, chi lo boccia

 Sanità: ospedali e case di comunità per Siracusa, il piano Razza è una rivoluzione? Chi lo vota, chi lo boccia

Tre ospedali di comunità (al presidio ospedaliero di Lentini, al Trigona di Noto e al Rizza di Siracusa), 12 case di comunità (ad Augusta, Avola, Floridia, Francofonte, Lentini, Melilli, Noto, Pachino, Palazzolo, Rosolini e due a Siracusa), ed infine 4 centrali operative territoriali (Muscatello di Augusta, Pta di Lentini, Trigona di Noto ed ex Onp di Siracusa). Questo è quello che prevede per la provincia di Siracusa il cosiddetto “piano Razza”, ovvero il piano regionale di investimenti sulla sanità attraverso gli 800 milioni di euro messi a disposizione dal Pnrr.
Oggetto di schermaglie politiche, contestato nel metodo perchè non condiviso nelle scelte, al centro di richieste di revisione su base locale attraverso tavoli di concertazione. La politica litiga e pontifica, mentre alla stragrande maggioranza dei siciliani non è neanche chiaro il concetto di “ospedale di comunità” o cosa siano le “centrali operative territoriali”.
Partiamo da qui. L’ospedale di comunità è una struttura residenziale che eroga assistenza sanitaria di breve durata. E’ riservato a quei pazienti che, pur non presentando patologie acute ad elevata necessità di assistenza medica, non possono tuttavia essere assistiti solo a domicilio per motivi socio sanitari. Di norma, dispone ci circa 20 posti letto.
Ambizioso il progetto delle “Casa di Comunità” dove dovranno operare team multidisciplinari (medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti) ed assistenti sociali. Da definizione, è il luogo in cui “si realizza l’integrazione tra i servizi sanitari e sociosanitari con i servizi sociali territoriali”.
La Centrale Operativa Territoriale “garantisce e coordina la presa in carico, da parte dell’Asp, dei pazienti cosiddetti fragili, intercettando i bisogni di cure e/o di assistenza, assicurando la continuità tra l’ospedale vero e proprio e il territorio”.
Quali sono le posizioni in campo? La deputata regionale Rossana Cannata (FdI) ha salutato con favore il piano Razza, parlando di “maggiore continuità assistenziale su base territoriale”. Critica Daniela Ternullo (FI) secondo cui “occorre fare chiarezza su chi deve fare cosa. Ciò si ottiene solo dopo un confronto con i sindacati, i distretti sanitari, la deputazione e le istituzioni locali. Non possiamo correre il rischio di lasciare scoperti specifici ambiti territoriali. Sono d’accordo alla condivisione di una programmazione, ad una visione comune, alla stesura di un cronoprogramma stilato tra tutte le parti in causa. È la cronaca a riferirlo: sono la prima che ha criticatola mancata apertura da parte del Governo verso una collegiale partecipazione sull’argomento. Laddove invece ciò accadrà, sarò la prima a contribuire per garantire il meglio al nostro territorio”. Tra i contrari poi Giorgio Pasqua (M5s) e il Pd.
Boccia senza appello il piano della Regione il coordinatore provinciale della Lega, Enzo Vinciullo. “Una programmazione scialba che riprende le direttive nazionali senza alcuna originalità e senza tenere presente quelle che sono le reali condizioni della sanità regionale”, dice l’ex presidente della Commissione Bilancio Ars. Una delle pecche principali? “Trascura nuove assunzioni di personale medico e paramedico”.
Quanto agli interventi previsti per la provincia di Siracusa, “il primo fatto gravissimo – spiega Vinciullo – è che manca all’appello un Ospedale di Comunità. La provincia aretusea non può averne 3 ovvero tanti quanti Ragusa, dal momento che è stato utilizzato il criterio, si dice oggettivo, del numero degli abitanti. E Siracusa, come provincia, ha centomila abitanti in più”.
Vinciullo evidenzia, poi, come “siano stati trascurati totalmente i territori di Pachino e Palazzolo che, data la distanza dagli ospedali esistenti, non possono rimanere senza un ospedale di comunità. Colpisce, inoltre, la decisione di concentrare due mini ospedali nella città di Siracusa. Ma sia chiaro che Siracusa non ha bisogno di ulteriori mini ospedali. Qui vogliamo avere notizie certe sul nuovo ospedale di secondo livello, cui non si fa alcun cenno, come se le somme previste dall’ex Art. 20 della Legge 67/88 fossero già disponibili nelle casse della Regione”.
La Cgil di Siracusa ha chiesto la convocazione di un tavolo di concertazione sulla vicenda, con la partecipazione anche dei sindaci e delle associazioni del terzo settore. Una proposta che Vinciullo condivide. “Bisognerà immediatamente sedere intorno a un tavolo sindacati, sindaci e rappresentanti delle categorie produttive e del terzo settore, sapendo fin da ora che non è possibile pensare che entro il 28 febbraio potrà essere inviata a Roma la bozza finale del Piano. Ed allora mi chiedo, perché si è perduto tutto questo tempo? Si voleva, forse, fare il solito colpo di mano per mortificare la sanità siracusana? Io mi auguro che i rappresentanti istituzionali e i sindaci del nostro territorio facciano sentire, questa volta, alta e forte la loro voce, senza la raucedine che li ha colpiti in altre occasioni. La salute è un bene troppo prezioso che non può essere affidato solo alla sanità catanese”.

in foto, l’ospedale di Lentini

 

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