Santa Lucia, il simulacro tra i fedeli. L’arcivescovo: “Luce in anni di moderno paganesimo”

 Santa Lucia, il simulacro tra i fedeli. L’arcivescovo: “Luce in anni di moderno paganesimo”

Con una decina di minuti d’anticipo sul programma, alle 15.20 il simulacro di Santa Lucia é uscito dalla Cattedrale, per il primo abbraccio con i siracusani accorsi in piazza Duomo. I berretti verdi hanno condotto a spalla il simulacro direttamente sulla piazza, non essendo possibile per ragioni di sicurezza la sosta sul sagrato a causa deĺle impalcature presenti.
Con Santa Lucia tra la sua gente, l’arcivescovo Francesco Lomanto ha recitato il suo tradizionale discorso dal balcone dell’arcivescovado.
Davanti ad una piazza Duomo carica di emozione, Lomanto ha richiamato attenzione verso un tempo presente divenuto una fase di smarrimento spirituale, segnata da un ritorno a forme di “paganesimo moderno”, fatto di compromessi, relativismo e perdita dei riferimenti essenziali.”Crediamo insieme in Gesù, lo testimoniamo in un mondo che sta precipitando di nuovo nell’abisso del paganesimo. Rimaniamo uniti e ancorati nella fede di Gesù, per affrontare insieme le nuove sfide della storia, seminando il seme della Parola di Dio, affinché germoglino i frutti dell’amore di Dio”, le sue parole che valgono come riferimento all’attualità.
In questo scenario, Lomanto ha indicato con chiarezza la via da seguire, richiamando l’esempio luminoso della patrona siracusana.
“Santa Lucia ha accolto l’insegnamento del Vangelo trasmesso dalla Chiesa e non ha mai ceduto alle lusinghe del paganesimo, mantenendo salda la sua fede in Gesù, senza mai conformarsi alle false dottrine del mondo”. Una testimonianza che non si è fermata alle parole, ma si è fatta vita donata, fino al martirio. Una fede che rifiuta il buio del peccato, il compromesso del malaffare, l’oscurità della violenza e ogni forma di male, per scegliere con radicalità la luce di Cristo.
Nel suo discorso, l’arcivescovo ha poi voluto rievocare il valore e l’attualità della lettera inviata da Papa Francesco alla Chiesa siracusana in occasione della traslazione temporanea del Corpo di Santa Lucia. “Starle accanto, stringerci attorno a lei per ‘stare dalla parte della luce’, rimanere nella luce, sebbene questo ‘espone anche noi al martirio'”. Non un semplice incoraggiamento, ma una chiamata esigente alla coerenza e alla fedeltà.
Da qui nasce anche la consapevolezza – e il legittimo orgoglio – di una Siracusa cattolica che possiede una storia unica e preziosa. “Ci possiamo vantare di aver ricevuto l’annuncio del Vangelo da San Marciano, primo vescovo di Siracusa, inviato da San Pietro, di essere stati visitati dall’apostolo Paolo, di avere come Patrona la gloriosa Santa Lucia, di aver ricevuto il segno inesauribile delle Lacrime della Madonna”. Un’eredità spirituale che diviene motivo di responsabilità.
Ecco allora il senso pieno di un appello alla città e alla Chiesa locale: non disperdere il tesoro ricevuto, ma custodirlo, viverlo e trasmetterlo. Fare della festa di Santa Lucia non solo un evento identitario, ma un impegno concreto di fede vissuta. Perché, in un mondo che torna a smarrire la luce, Siracusa è chiamata ancora una volta a indicarla.

 

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