Scarcerato per fine pena Brusca, la posizione del giurista siracusano: "Ha vinto lo Stato"

 Scarcerato per fine pena Brusca, la posizione del giurista siracusano: "Ha vinto lo Stato"

La scarcerazione per fine pena del boss mafioso Giovanni Brusca, ha creato una pioggia di reazioni. Anche a Siracusa, dove in molti sono rimasti sgomenti apprendendo del termine pena per il fedelissimo di Totò Riina che, poco dopo, l’arresto diventò un collaboratore di giustizia.
Il giurista Valerio Vancheri sceglie la via del paradosso per spingere oltre la riflessione, lasciando i commenti di pancia. “La scarcerazione di Brusca è una vittoria dello Stato. E vi spiego il motivo: lo Stato ha vinto perchè è stata applicata la legge e Brusca ha scontato per intero una pena certa e dura. Lo Stato ha vinto perché il boss ha collaborato ed ha contribuito alla condanna di decine di altri mafiosi. Non ci deve essere spazio per la barbarie della vendetta, esaltando invece la funzione rieducativa della pena. Secondo la legge, Brusca ha pagato il suo debito col passato e non ne ha ancora maturato alcuno per il futuro. So di essere impopolare e questo non vuol dire riabilitarne la figura. Ma il nostro ordinamento ha risposto seguendo ed eseguendo la legge, ecco perchè io ritengo che lo Stato abbia vinto”.
Il tema è ampio e delicato. E chiama in causa anche la stessa tutela dei diritti dei criminali e il sempre attuale dibattito sul fine pena mai. La posizione di Vancheri finisce, allora, per spaccare e dividere l’opinione pubblica. Un altro avvocato siracusano, Paolo Cavallaro, chiama in causa la stessa legge sui collaboratori di giustizia e lo sconto di pena, una iniziativa che ebbe però il sostegno di Giovanni Falcone. “È una legge ingiusta. Si deve pensare urgentemente ad una modifica che preveda la sostituzione dello sconto della reclusione in altro tipo di pena, meno afflittiva, quale il divieto di mettere piede in Sicilia. Per rispetto delle vittime e dei parenti. Esiste già l’espulsione dello Stato come sanzione sostitutiva della detenzione o misura alternativa alla detenzione”. E poi Cavallaro cita Impastato: “La mafia è una montagna di merda!”.
L’opinione pubblica siracusana non disquisisce di diritto, però. E salta alle conclusioni. Come Sergio: “Non si può concedere un beneficio a chi ha ucciso centinaia di persone. E’ vergognoso”. Per Lucia, la scarcerazione di Brusca è “una vergogna, per tutti gli Italiani onesti”. Roberto trattiene a fatica la rabbia: “Di che cosa si deve pentire un animale che scioglie un bambino nell’acido? Che cosa ci ha guadagnato lo Stato che gli ha dato da mangiare per venticinque anni? Stiamo parlando di giustizia, non di vendetta. Per queste persone debbono buttare la chiave nel più profondo oceano”.

 

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