Sgarbi rinuncia al Caravaggio di Siracusa: "ma ora lo restaurino loro"

 Sgarbi rinuncia al Caravaggio di Siracusa: "ma ora lo restaurino loro"

Vittorio Sgarbi rinuncia al prestito del Seppellimento di Santa Lucia, conservato nella chiesa siracusana della Badia. Doveva essere il pezzo forte della mostra che il presidente del Mart, Sgarbi appunto, aveva ideato per il prestigioso museo di Rovereto.
Con una nota stampa, il noto critico d’arte annuncia di non voler più quel Caravaggio, dopo settimane di polemiche a distanza. Non rinuncia, però, alla provocazione. E lo stesso Sgarbi firma l’appello contro il trasferimento del Seppellimento di Santa Lucia. Appello pubblico lanciato da personalità varie della cultura e delle arti.
Spiega lo storico e critico d’arte: “Rinuncio al prestito e firmo anche io l’appello. Faremo la mostra al Mart con un’altra opera di Caravaggio. Ma adesso – commenta lanciando la sfida ai promotori – mi aspetto che oltre a finanziare il restauro (che attende da 15 anni) e per il quale il Mart di cui sono presidente avrebbe messo 350 mila euro, provvedano, con l’urgenza che le condizioni della tela impongono, alla realizzazione della teca che ripari l’opera dall’umidità del posto in cui si trova adesso, la Chiesa di Santa Lucia alla Badia, che è la principale causa del suo grave deterioramento”.
Sgarbi fa un passo indietro ma contrattacca proprio i firmatari dell’appello, segnalandone le contraddizioni, a cominciare da Eva Cantarella. “Sostiene come un eventuale suo trasferimento possa danneggiare l’opera, mentre è ormai acclarato come il danneggiamento sia causato dall’umidità della sede che lo ospita e non dai ‘viaggi’. Ha firmato un appello che contiene premesse clamorosamente false. Ed è la prova che lo ha firmato senza leggerlo. Ma c’è un paradosso: manifestando la sua contrarietà al trasferimento al Mart, e dunque alla prospettiva del restauro e soprattutto della realizzazione della teca, lo condanna, di fatto, a ulteriori danneggiamenti”.
Sgarbi conclude con una profezia.”Vuoi vedere che questi tra 10 anni non avranno fatto nulla e ci ritroveremo a parlare ancora del restauro e della teca?”.

 

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