Siccità, verso la richiesta di stato di calamità: 2023 da emergenza anche in provincia

 Siccità, verso la richiesta di stato di calamità: 2023 da emergenza anche in provincia
L’emergenza siccità in Sicilia preoccupa e potrebbe condurre la Regione a richiedere lo stato di calamità naturale.
L’assessore regionale all’Agricoltura,  Luca Sammartino ha chiarito  che “i volumi d’acqua negli invasi siciliani sono sotto il livello di guardia” e che  “Gennaio è il quinto mese consecutivo che fa registrare precipitazioni inferiori alla norma del periodo, con un deficit di circa 200 millilitri di acqua”.
Per la provincia di Siracusa, il Servizio Informativo  Agrometeorologico Siciliano (Sias) mette in evidenza che “gli eventi associati alla tempesta subtropicale Helios di febbraio hanno prodotto uno degli eventi quantitativamente più significativi della storia meteorologica della zona sud orientale dell’isola, in particolare se si osserva la vastità dell’area interessata tra le province di Siracusa, Ragusa e porzioni delle province di Catania ed Enna”.
Sammartino parla di una “fotografia complessiva preoccupante, in cui si passa da zone colpite da fenomeni di siccità estrema ad aree interessate da fenomeni di siccità severa. Una situazione che sta danneggiando l’attività di agricoltori e allevatori, “già gravati dalle conseguenze dei fenomeni atmosferici anomali che hanno colpito l’isola per tutto il 2023. L’allevamento è il settore più colpito per l’assenza di foraggio verde”.
La richiesta di stato di calamità naturale potrebbe essere richiesta, dunque, a breve dal presidente della Regione, Renato Schifani, per “dare un segnale concreto al comparto agricolo in difficoltà”.
Parlando in numeri, il Servizio Sias ha calcolato nel 2023 totali di precipitazione con un bilancio “negativo ma ricadente all’interno della normale variabilità delle piogge caratteristiche del nostro clima”. Da un lato sembrerebbe  esserci spazio per una certa serenità,dunque, visto un “valore medio registrato dalla rete SIAS di 588 mm, mentre la media ragguagliata è di 575 mm, valori superiori, tanto per fare un esempio, a diversi degli anni recenti, come il 2017, il 2020 e lo stesso 2022. Rispetto al valore normale delle serie SIAS 2002-2022-spiegano gli esperti –  pari a 750 mm, si tratta di un deficit di circa il 22%, certamente significativo ma non eccezionale, se si considera peraltro che il ciclo climatico successivo alla siccità del 2002 ha visto precipitazioni nettamente superiori a quelle dei trentenni di riferimento precedenti, quando la norma climatica per la Sicilia risultò di poco superiore ai 600 mm”.
C’è però anche un elemento di “forti anomalie di grande rilevanza”.
Maggio non era mai stato così piovoso dal 1921; la stazione SIAS Aidone ha registrato nel mese di maggio il 42% delle piogge dell’intero 2023, in un mese in cui mediamente si registra solo il 3% delle piogge annuali; anche giugno è stato più piovoso della media e inevitabilmente anche gli accumuli del bimestre maggio-giugno superano abbondantemente ogni casistica registrata in passato.
Il  mese di ottobre mai nel passato  era stato, invece, così povero di piogge, con solo il 7% di precipitazioni cadute rispetto a quelle attese in base alla norma del periodo. Il secondo semestre dell’anno allo stesso modo ha superato, in quanto a scarsità degli accumuli, il record precedente del 1977, anno in cui le conseguenze della siccità furono particolarmente gravi.
Il 2022, pur con accumuli complessivamente inferiori, vide una più consueta alternanza tra periodi con surplus e periodi con deficit; il 2023 ha visto invece i periodi con surplus concentrati nel primo semestre dell’anno, che ha totalizzato il 75% delle piogge annuali totali.
“Che solo il 25% delle piogge totali sia stato registrato nel secondo semestre risulta anomalo-fa presente Sias-  anche perché risulta in genere più piovoso del primo semestre, totalizzando di norma circa il 55% del totale annuale.
Riassumendo, spesso è piovuto troppo quando sarebbe stato meglio non piovesse, in altri periodi non è piovuto quando le piogge sarebbero state utili.
Senza dubbio “i danni, alle produzioni cerealicole, foraggere e viticole nella tarda primavera, così come quelli legati alla siccità su altre colture nella seconda parte dell’anno, hanno interessato una parte significativa del territorio regionale con diffuse riduzioni delle rese, aggravate dalle anomalie termiche”.

 

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