Siracusa. Accorpamento Camere di Commercio, rabbia Lo Bello: "reati gravi"

 Siracusa. Accorpamento Camere di Commercio, rabbia Lo Bello: "reati gravi"

E’ un’accusa destinata a fare rumore. Non foss’altro che parte da Ivan Lo Bello. “Nella creazione della Camera di Commercio del SudEst reati gravissimi e commistione tra poteri”. Nella procedura per la formazione della nuova Camera di Commercio che accorpa Siracusa, Catania e Ragusa sarebbe stata consumata “una serie continuata di macroscopiche condotte di reato, con la conseguenza che l’esito della procedura medesima viene a configurare una clamorosa turbativa della procedura ad evidenza pubblica”, insiste Lo Bello.
L’indagine della magistratura, a carico di noti per reati gravi contro la Pubblica Amministrazione, e la denuncia anche della stampa nazionale, “non hanno ad oggi dissuaso gli attori di questa vicenda dal portare a compimento la condotta delittuosa intrapresa.
Davanti a tutto ciò non è dato comprendere quale sia stato e sia il ruolo del presidente Crocetta che un giorno chiede controlli accurati, mostrando di conoscere i reati consumatisi, salvo poi accettare che i controlli vengano affidati a chi è accusato di non avere rilevato i falsi consumati da alcune associazioni; e un altro giorno promette una commissione di garanzia da affidare ad un alto magistrato, salvo poi revocare senza spiegazioni la decisione, ed ancora sulla stampa dichiara di volerci vedere chiaro ma nel frattempo emette il decreto che consacra i reati denunciati”.
Una storia piena di passaggi paradossali, secondo Ivan Lo Bello. Ed è emblematico che Crocetta, “nonostante l’udienza già fissata a brevissimo per il prossimo maggio al Tar di Catania, non ritenga di sospendere l’insediamento del consiglio pur in assenza di qualunque presupposto di urgenza e indifferibilità”.
Tutta una serie di circostanze che hanno convinto Lo Bello della necessità di non perdere ulteriore tempo. “Chiederò un incontro ai procuratori della Repubblica di Catania e di Palermo per denunciare la reiterazione dei reati posti in essere. Chiederò anche un incontro urgente al nuovo prefetto di Catania, quale organo periferico del Governo, per rappresentare le gravi evidenze emerse già da più di un’anno”.

 

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