Siracusa. Giornata della Legalità, cinque strade intitolate a vittime delle mafie

 Siracusa. Giornata della Legalità, cinque strade intitolate a vittime delle mafie

Cinque strade di Siracusa saranno intitolate ad altrettanti vittime delle mafie: i siracusani Carmelo Zaccarello e Salvatore Gurrieri, Rita Atria, Barbara Rizzo e Felicia Bartolotta Impastato. L’annuncio è stato ufficializzato stamattina, in occasione della Giornata per la Legalità dedicata alle vittime innocenti delle mafie, celebrata (con due giorni di anticipo per la coincidenza della domenica) nel cortile dell’istituto comprensivo Santa Lucia alla presenza di tutte le autorità cittadine, dei vertici delle forze dell’ordine e dei corpi militari.
L’evento ha coinciso con la chiusura del progetto “A scuola di corto per la legalità” dell’assessorato alle Politiche educative del Comune, ideato e coordinato da Giuseppe Prestifilippo. Un progetto iniziato alla fine del 2019, poi slittato a causa della pandemia, i cui protagonisti sono stati 5000 ragazzi di 14 scuole siracusane – 5 istituti comprensivi e 9 superiori – che si è sviluppato attraverso una serie di incontri con magistrati, investigatori, avvocati, giornalisti e personalità impegnate nella lotta alle mafie. Ai ragazzi, raggruppati per scuole, era stato chiesto di scegliere una vittima innocente e di realizzare un cortometraggio che ne ricostruisse la vicenda. I migliori lavori sono stati scelti dal voto degli stessi studenti e ai protagonisti dei loro video saranno intitolate cinque strade cittadine; accanto a questi, i ragazzi hanno però puntato la loro attenzione anche su altri due morti di mafia: il giornalista ragusano Giovanni Spampinato e l’imprenditore gelese Riccardo Greco, suicidatosi dopo essere stato vittima di estorsioni.
Al microfono del giornalista Aldo Mantineo, la presidente del Tribunale, Dorotea Quartarato, il procuratore capo, Sabrina Gambino, e il capo di gabinetto della Prefettura, Antonio Gullì, hanno parlato di legalità e dell’importanza dell’istruzione per combattere la criminalità.
Ad aprire l’evento sono stati la dirigente dell’istituto Santa Lucia, Valentina Grande – che ha ringraziato le scuole, i ragazzi e il Comune – e il sindaco, Francesco Italia. “Il mio pensiero – ha detto il sindaco – va alle istituzioni e alle forze dell’ordine che tutti i giorni combattono la criminalità con risultati concreti. Ma ai giovani, costruttori di futuro, in questa giornata particolare voglio dire che per opporsi alla mafia non bisogna essere eroi; ci vogliono azioni concrete, anche se si tratta di gesti apparentemente piccoli come quando non ci si piega alle prepotenze dei bulli”.
L’assessore alle Politiche educative, Pierpaolo Coppa, ha parlato dell’importanza della conoscenza. “La criminalità – ha detto – si combatte con l’istruzione perché dove questa manca la mafia si insinua con i suoi modelli e suoi valori basati sulla violenza”.
L’assessore alla Legalità, Fabio Granata, ha concluso il ciclo degli interventi. “Ricordare senza capire – ha affermato – serve a nulla. Solo con lo studio e la consapevolezza si ha piena comprensione di ciò che ci accade attorno, si capisce dove si annida l’illegalità e le idee si trasformano in azioni concrete. Tutte le storie di cui si sono occupati i ragazzi sono significative perché ci mostrano come le mafie manifestino la loro violenza in vari modi per tentare di condizionare la vita di tutti noi.
Per i cortometraggi, i primi a salire sul palco sono stati Melissa Agosta, Chiara Cardinale e Riccardo Raffaele dell’istituto Quintiliano, che hanno presentato il loro lavoro su Rita Atria, testimone di giustizia a soli 17 anni che decise di togliersi la vita dopo che in via D’Amelio venne ucciso Paolo Borsellino, il magistrato al quale si era affidata per allontanarsi dalla famiglia di mafia in cui era nata.
Federica Zuccaro del liceo Corbino, Ludovica Perna del Federico di Svevia e Martina Vaccaro del Gargallo hanno parlato dei loro video su Carmelo Zaccarello, il giovane siracusano che a 23 anni, nel novembre del 1988, nel bar di famiglia dove lavorava, si trovò coinvolto in un agguato di mafia che fece un altro morto e 4 feriti.
Viviana Maltese, del Rizza, e Marzia Sardo, del Gagini, hanno descritto il lavoro svolto per ricordare Salvatore Gurrieri, l’uomo di 83 anni, ultimo abitate di Marina di Melilli, che nel 1992 fu trovato incaprettato nel cofano di una macchina dopo essersi opposto alla proposta di lasciare la sua casa per fare spazio a una raffineria.
Per l’istituto Santa Lucia, Altea Calvo e Taddeo Lantieri hanno parlato della battaglia di Felicia Bartolotta per far condannare gli assassini di suo figlio, Peppino Impastato, che da una radio locale a Cinisi denunciava gli affari di Cosa nostra.
In rappresentanza degli studenti, la dirigente dell’istituto Giaracà, Vittoriana Accardo, ha descritto il lavoro fatto dalla sua scuola su Barbara Rizzo, che nel 1985, nei pressi di Erice, a soli 30 anni fu uccisa dalla mafia con i suoi due figli, Salvatore e Giuseppe, nell’attentato organizzato per ammazzare il giudice Carlo Palermo, rimasto ferito.
Infine, i due cortometraggi, su Giovanni Spampinato e Riccardo Greco, sono stati curati dagli studenti dell’Insolera e dell’Einaudi.
Le altre scuole impegnate nel progetto sono state il Fermi e gli istituti comprensivi Martoglio, Brancati e Archimede.

 

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