Siracusa. Guardia giurata zelante o imprudente? La complicata vicenda di Paolo La Mesa

 Siracusa. Guardia giurata zelante o imprudente? La complicata vicenda di Paolo La Mesa

Eccesso di senso civico o semplice imprudenza? Difficile capire bene dove cominci uno e finisca l’altro nella vicenda di Paolo La Mesa, guardia giurata siracusana. Accompagnato dai suoi legali, Massimo Milazzo e l’amministrativista Gianluca Rossitto, ha deciso di venire allo scoperto. Zelante poliziotto privato, ha contribuito ad assicurare alla giustizia 32 persone. Dipendente di un’agenzia di guardie giurate è, al tempo stesso, titolare di una piccola società che si occupa di guardiania presso alcune delle principali aziende agricole della zona. E fino allo scorso lunedì la sua attività è risultata decisiva per sventare un furto di tondini in ferro da alcune serre e assicurare alla giustizia i colpevoli.
Quello che non sapeva, però, è che da luglio dello scorso anno non risulta più alle dipendenze della società di guardie private. Sospeso a sua insaputa. E dire che continua a lavorare, spesso su chiamata diretta proprio della stessa società. Un dettaglio – che La Mesa giura sconoscesse – che ha portato la questura di Siracusa a richiedere alla Prefettura la revoca del suo porto d’armi proponendo anche la cancellazione dal registro delle guardie particolari giurate. E questo perchè a novembre dello scorso, per sventare un furto, con coraggio ha braccato dei ladri in un campo di contrada Isola, rischiando di finire investito. Per tutta risposta ha sfoderato la pistola d’ordinanza e cercato di colpire gli pneumatici dell’auto su cui i malviventi erano in fuga, senza colpire il bersaglio. Un comportamento giudicato pericoloso dai poliziotti poi intervenuti, su richiesta dello stesso La Mesa. Da qui comincia il suo incubo professionale, con la scoperta della sospensione e la richiesta a suo carico di cancellazione da quell’albo da cui dipende la sua stessa professione.Per cercare di capire meglio tutti i passaggi della vicenda – specie quelli sconosciuti persino al diretto interessato – gli avvocati di La Mesa hanno chiesto di poter interloquire con il viceprefetto. Un canale di dialogo che al momento non ci sarebbe. Vorrebbero spiegare la posizione del loro assistito e tutelarne la professionalità su cui persino esponenti delle forze dell’ordine avrebbero speso in passato parole di elogio. Il rischio è che Paolo La Mesa possa perdere tutto, molto più della semplice pistola.

(foto: da sinistra, milazzo, la mesa, rossitto)

 

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