Siracusa. Il Daspo Urbano non può essere ancora applicato. Piccione: "Stiamo integrando il regolamento di polizia urbana"

 Siracusa. Il Daspo Urbano non può essere ancora applicato. Piccione: "Stiamo integrando il regolamento di polizia urbana"

A Siracusa non è ancora possibile applicare il Daspo Urbano per il contrasto al fenomeno dei parcheggiatori abusivi. A chiarirlo è l’assessore alla Polizia Municipale, Salvatore Piccione, che assicura tuttavia la massima attenzione su questo versante.
Ad ostacolare l’immediato utilizzo del nuovo strumento, introdotto con il
Decreto Sicurezza dello scorso febbraio, sarebbe una “lacuna” nel regolamento di polizia urbana. Lì deve necessariamente esserci l’indicazione delle aree su cui è possibile intervenire anche con il Daspo Urbano.
“Stiamo lavorando all’integrazione del regolamento in questione- chiarisce l’assessore Piccione- Stiamo mettendo mano al documento in modo tale che in tempi brevi possa essere sottoposto al Consiglio comunale, per la sua approvazione definitiva. Sono certo- prosegue Piccione – che l’importanza del provvedimento consentirà un passaggio celere, senza ostacoli”.
L’assessore alla Municipale, di professione avvocato, ricorda comunque che il nuovo decreto prevede un aumento delle multe a carico dei parcheggiatori abusivi fermo restando che il provvedimento può restare “carta straccia” nel caso in cui, come spesso accade, si tratta di nullatenenti. Il Daspo Urbano, invece, agisce su un altro versante, alla stregua di quanto accade negli stadi. Mira a prevenire i fenomeni di criminalità diffusa e a promuovere la legalità e il rispetto del decoro urbano. Il Daspo Urbano consente al sindaco di imporre una sanzione amministrativa pecuniaria a chi ponga in essere “condotte che limitano la libera accessibilità e fruizione”. Chi tiene questi comportamenti viene allontanato dal luogo urbano. L’ordine di allontanamento è un atto scritto e vale per 48 ore. Se il destinatario dell’ordine di allontanamento lo vìola, deve pagare una sanzione pecuniaria doppia di quella che gli è stata irrogata per aver limitato “la libera accessibilità e fruizione” del luogo urbano. In caso di reiterazione della condotta criminosa è previsto l’intervento diretto del questore, che può disporre il divieto di accesso a una o più di queste aree sensibili per un periodo massimo di sei mesi. Ancora, se il soggetto a cui è rivolto il divieto ha subito condanne negli ultimi 5 anni per reati contro la persona o il patrimonio, la durata sarà fra i sei mesi e i due anni. I proventi così raccolti andranno a finanziare iniziative di tutela del decoro urbano.

 

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