Siracusa. Piano regolatore generale al Consiglio comunale, ma manca il numero legale e la seduta viene sciolta

 Siracusa. Piano regolatore generale al Consiglio comunale, ma manca il numero legale e la seduta viene sciolta

Dopo il rinvio di ieri, stamattina, il Consiglio comunale è tornato a riunirsi per parlare di piano regolatore generale. Diciassette, su un minimo di 16, i consiglieri presenti in aula all’appello. La seduta è durata meno di un’ora e l’assemblea è stata sciolta dal presidente Leone Sullo per mancanza di numero legale dopo una richiesta di verifica dei presenti avanzata da Luciano Aloschi. Si chiude così, con la riunione di oggi, la sessione di lavori inaugurata il 28 aprile e dedicata anche al contenzioso Open Land, ai patrocini onerosi e contributi e all’appalto sul verde pubblico.
La discussione sulla modifica del piano regolatore generale si fondava su una richiesta di convocazione con carattere di urgenza, primo firmatario Salvatore Castagnino, di una seduta consiliare nella quale l’Amministrazione potesse relazionare sullo stato dell’arte. In assenza di Castagnino, l’argomento è stato introdotto da Cetty Vinci che ha lamentato la non presenza dell’assessore e dei dirigenti competenti sulla materia.
La relazione è stata tenuta da Nunzio Navarra, capo del servizio Pianificazione del territorio. “Il Prg – ha detto – è stato pubblicato nel settembre del 2007 e la legge prevede che la procedura di revisione parta 18 mesi prima della scadenza dei 5 anni. Si tratta di un passaggio finalizzato a rivedere soprattutto le aree destinate a servizi, come strutture ospedaliere, scuole e parchi. E a questo si aggiunga che, nello specifico, l’analisi del territorio risale a prima del 2004, quando il Prg fu approvato dal consiglio comunale. Nel novembre del 2013, la Giunta ha emesso una delibera in cui stabiliva gli indirizzi delle revisione del piano, che devono tenere conto soprattutto di due elementi: il mancato sviluppo demografico e la necessità di non consumare più altro suolo”. Infine Navarra ha fatto riferimento a una nota inviata dall’Ufficio tecnico, lo scorso febbraio, ai presidenti del consiglio comunale e della commissione Urbanistica per evidenziare la difficoltà a procedere con la revisione, e quindi la necessità a ricorrere a consulenze esterne, a causa di attrezzature obsolete, di spazi non adeguati e di carenza di personale competente perché destinato ad altri compiti. “Per la visione – ha concluso il funzionario – è stata impegnata una spesa di 600 mila euro approvata dal ragioniere generale”.
Il primo a prendere la parola è stato Fortunato Minimo che ha evidenziato come fosse compito della precedente Amministrazione avviare la revisione. Quindi ha annunciato l’abbandono dell’aula, scelta seguita da altri consiglieri di maggioranza. Gaetano Firenze ha ribaltato le accuse evidenziando l’inerzia dell’attuale Amministrazione, anche rispetto alle carenze evidenziate dall’Ufficio tecnico e ha stigmatizzato l’aula semivuota e le tante assenze tra i banchi della maggioranza. Cetty Vinci ha criticato la parte della relazione relativa alla carenza di spazi e di personale, chiedendo poi se nel bilancio pluriennale fosse previsto un capitolo sul piano regolatore. Per mozione d’ordine è intervenuto Luciano Aloschi che ha ricordato come non fossero ancora stati scelti gli scrutatori delle seduta, chiedendo poi di procedere alla verifica del numero legale. Prima di questo adempimento, il presidente Sullo ha fatto intervenire Salvo Sorbello, che si era già iscritto a parlare. Il consigliere ha evidenziato la gravità delle numerose assenze. “Unica soluzione a questa situazione – ha detto – sarebbe lo scioglimento del consiglio comunale perché parlare di piano regolatore significa parlare delle attività economiche e del futuro della città”. Poi, Sorbello ha ricordato che le linee guida sul Prg inviate al Consiglio nel 2013 erano quelle dell’Amministrazione Visentin: evidentemente le riteneva valide. Per mozione d’ordine, ultimo intervento, prima della verifica del numero legale, è stato di Alessandro Acquaviva che ha sollevato dubbi sulla correttezza della seduta in mancanza di scrutatori. La presidenza ha risposto che non c’erano atti da mettere ai voti e che gli scrutatori potevano essere

 

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