La circolare di una scuola di Siracusa: “Proteggere i bambini dalle immagini di guerra”

 La circolare di una scuola di Siracusa: “Proteggere i bambini dalle immagini di guerra”

Distrarre, ascoltare, rassicurare. Sono queste le parole chiave per spiegare la guerra ai bambini. La dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Vittorini di Siracusa, Pinella Giuffrida ha sentito la necessità di affrontare questo delicatissimo argomento con una circolare, una lettera, in realtà, destinata ai genitori.
“Il conflitto russo-ucraino è entrato prepotentemente nelle nostre case, attraverso la tv, ormai da tempo- la premessa della dirigente scolastica –  Le immagini crude e terribili continuano quotidianamente a sconvolgere la nostra serenità, nonostante noi adulti abbiamo sviluppato lungo la nostra vita sistemi più o meno efficaci di protezione emotiva dagli stress psicologici.
I nostri bambini, compresi i nostri ragazzi più grandi non hanno ancora maturato strumenti psicologici “difensivi” efficaci, non sono ancora capaci di innalzare “barriere virtuali” per fronteggiare adeguatamente  la visione di scene di guerra raccapriccianti e sempre più frequentemente tragiche e spaventose”. Sono gli adulti, dunque, a dover fare da filtro- sostiene la presidente dell’associazione dei dirigenti scolastici- per fare in modo che il perdurare di questa guerra non provochi nei nostri bambini e ragazzi traumi che potrebbero segnare, anche pesantemente, il loro sviluppo psicologico”.
Distrarre, dunque, la prima azione da compiere secondo i consigli di Pinella Giuffrida ai genitori degli alunni dell’istituto Vittorini. ” Diventa indispensabile- entra nel dettaglio- distogliere i nostri bambini
da questo “cibo” mediatico e distrarli. La mattina meglio fare colazione tutti insieme, parlando del più e del  meno e se proprio si accende la tv… meglio preferire Cartoonito, RAI Gulp, o comunque programmi per  bambini e ragazzi. È bene che i report mattutini della guerra rimangano appannaggio esclusivo degli adulti così come dev’essere, per adesso, per i telegiornali, che spesso accompagnavano le cene e i pranzi famigliari. Non lasciamo soli i bambini davanti alla TV (non si dovrebbe fare mai) in particolare in questo periodo e tuteliamoli dalla visione di scene strazianti. I più grandi potranno essere “accompagnati” durante la visione dei telegiornali o potranno essere invogliati a preferire la lettura dei giornali on line per conoscere gli esiti della guerra”.
Seconda parola: Ascoltare, “le paure, le ansie e le angosce è il primo passo. È bene che i soggetti in crescita verbalizzino le emozioni che provano in relazione alla guerra. Noi adulti non siamo, a volte, “buoni ascoltatori” nei confronti dei nostri figli. È nella nostra natura dispensare consigli, “fare lezione”, spiegare, dare delle regole. In molti casi ci sfugge l’interiorità dei ragazzi e bei bambini. A volte non conosciamo le diverse emozioni (o l’apparente indifferenza) che i nostri figli provano considerando le vicende del conflitto e guardando i report di guerra in tv”.
Ancora una parola fondamentale: rassicurare. “A volte le bugie bianche, quelle dette a fin di bene, sono un toccasana-dice ancora la dirigente scolastica-  A seconda dell’età è indispensabile rassicurare i bambini in relazione alle paure incombenti. La paura più diffusa tra i ragazzi più
grandi è che il conflitto diventi mondiale o che l’Italia diventi parte attiva all’interno di esso. Provare a trovare ragioni che dissipino queste paure è fondamentale. Molti bambini e ragazzi sono stati sconvolti dalle condizioni di vita dei loro coetanei nei bunker, negli scantinati e nelle metropolitane. Aiutare i giovani a intravvedere il lato positivo di questo fatto (la protezione che salva la vita, il gioco di avventura, il fatto che moltissimi bambini con le loro mamme hanno trovato ospitalità presso parenti amici e gente comune in altri Paesi) sono aspetti positivi che “addolciscono” la
tristezza per le condizioni di vita dei bambini ucraini che sull’immediato non sono fuggiti dai luoghi del conflitto”.
Di guerra si parli lontano dai bambini, l’altro input che parte dalla preside dell’istituto comprensivo Vittorini e fare molta attenzione a ciò che si dice davanti ai più grandi. In pochi si accorgono che anche più piccoli sono delle spugne”.
Utilissimo dare ai ragazzi LEZIONI DI GIOIA, spiega infine Pinella Giuffrida. Significa “insegnare ai nostri figli a provare gioia per un tramonto, un fiore appena sbocciato, un vitellino nato
da poco, per le manifestazioni più semplici della natura, per un piccolo successo nello sport o a scuola, per il  calore che regala un abbraccio o un sorriso, per una giornata al parco o una scampagnata con un pic-nic significa aiutare i nostri figli a comprendere intimamente che la gioia è uno stato d’animo importante che può essere conquistato e può donare a se stessi e agli altri un benessere intenso e a volte inatteso. Provare gioia e trasmettere gioia è un modo per costruire armonia e per rendere più belle anche le persone intorno a noi. Insegnare ai nostri bambini e ai nostri ragazzi ad ascoltarsi, imparando a gioire per le cose semplici e vere della vita, è uno dei tanti modi utili per allontanare, anche temporaneamente, il pensiero della guerra, migliorando la qualità della vita di tutti”. Infine una iniezione di fiducia, con cui si chiude la lettera ai genitori. “Sono certa-conclude-  che tutti insieme riusciremo nella nostra missione”.

immagine dal web

 

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