Siracusa. Ricatti sessuali via Facebook: si allarga l'inchiesta

 Siracusa. Ricatti sessuali via Facebook: si allarga l'inchiesta

Belle, procaci, provocanti e apparentemente disponibili. Ma rigorosamente via web. Una trappola in cui sono caduti almeno una decina di siracusani. Una brutta avventura finita con un ricatto sessuale: “paga o metto su youtube il video di te nudo”. A pronunciare la minaccia in un italiano stentato pare sia una francese, sulle cui tracce si muove adesso il Nit della Procura di Siracusa. Almeno una decina le denunce presentate ma il caso si sta allargando a macchia d’olio, raccogliendo analoghe segnalazioni da altre parti d’Italia. Nella rete delle adescatrici sarebbero finiti principalmente uomini tra i 35 e i 60 anni, dipendenti e liberi professionisti dotati di buona posizione sociale.
Tutti hanno raccontato una storia simile. Sul loro profilo Facebook hanno ricevuto una richiesta di amicizia da parte di una bella ragazza che si presentava come 22enne. Forse per via del fascino di quella graziosa figura, finivano per accettare l’amicizia e nel giro di pochi giorni si ritrovavano faccia a faccia con la prosperosa fanciulla su Skype. Un pò di conversazione, qualche complimento. Poi lei chiede qualcosa di più. E per rompere il ghiaccio mostra alla webcam i seni. Un’azione che priva di freni inibitori le vittime, che a loro volta mostrano le parti intime assecondando le richieste della ragazza.
Fino al finale a sorpresa, quando parte la richiesta di soldi per non pubblicare quelle immagini. E per rendere ancora più forte la minaccia, la ragazza dice di essere minorenne per cui il suo interlocutore è un pedofilo. Un’aggravante psicologica che mette all’angolo le vittime dell’estorsione. La richiesta economica si aggira sui 5-600 euro, pagabili anche in tre tranche.
Qualcuno ha pagato, altri hanno deciso di presentare denuncia. Sono così scattate le indagini, coordinate dagli uomini del Nucleo Investigativo Telematico che hanno chiesto ai responsabili italiani di Facebook le “chiavi” degli account utilizzati dalla donna che potrebbe far parte di una più complessa organizzazione. Che non lascia nulla al caso. Prima di inviare le richieste di amicizia, infatti, vengono studiati tutti i dati contenuti nei profili delle ignare vittime. Per questo gli investigatori invitano a prestare la massima attenzione alle impostazioni della privacy sui social network. E al buon senso: evitare di accettare richieste sospette come quelle di una facile trasgressione in webcam.

 

Potrebbe interessarti