Siracusa. Sempre più ingarbugliato il caso delle elezioni suppletive. Servirà un "incidente di esecuzione"?

 Siracusa. Sempre più ingarbugliato il caso delle elezioni suppletive. Servirà un "incidente di esecuzione"?

Diventa sempre più intricato il caso politico-giudiziario delle elezioni regionali suppletive ordinate dal Cga di Palermo in nove sezioni tra Pachino e Rosolini. Una vicenda amministrativa di difficile soluzione e che adesso si “tocca” anche con la parallela indagine penale condotta dalla Procura di Siracusa alla luce del sequestro della documentazione elettorale contenuta nel fascicolo processuale incardinato presso il Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo. L’avvocato Gianluca Caruso, che insieme a Paolo Ezechia Reale ha curato l’esposto presentato dai sei deputati regionali siracusani “decaduti” per il Cga, si limita a definire rilevante l’ultimo fatto prima di trincerarsi dietro un silenzio rispettoso del lavoro degli inquirenti.
Da escludere che sullo sfondo possa intravedersi uno scontro tra giudici: palermitani da una parte, siracusani dall’altra. Le due vicende procedono separatamente senza volontà degli uni o degli altri di intralciare i rispettivi lavori. Così, ad esempio, la soluzione amministrativa del caso rimane ancora un mistero. Per semplificare: nelle nove sezioni oggetto del giudizio, si torna a votare o no? La sentenza del Cga dispone il ritorno alle urne, ma l’applicazione del disposto non sembra così scontata. Ecco perchè potrebbe essere necessario il ricorso all’incidente di esecuzione. Questo avviene quando una delle parti interessate chiede lumi su come eseguire la sentenza, insomma le modalità a cui attenersi. Come a dire che la palla potrebbe tornare al Cga che potrebbe  o rinnovare la disposizione del voto oppure – come suggerisce l’Avvocatura dello Stato – annullare di fatto il voto in quelle nove sezioni. Ci sarebbe anche una terza eventualità, non così remota. Su proposta di “controinteressati” (e potrebbero esserlo tutti i deputati regionali che in caso di elezioni parziali vedrebbero cambiare i numeri regionali e il loro stesso accesso all’Ars) il Consiglio di Giustizia potrebbe ritrovarsi tra le mani una richiesta di revocazione della sentenza del 5 febbraio. La battaglia è accesa.
“E’ giusto che la magistratura indaghi e faccia il suo corso fino in fondo. Aspettiamo adesso che la Procura di Siracusa scopra eventuali mandanti ed esecutori materiali, responsabili della sparizione dei plichi elettorali avvenuti nell’archivio del tribunale”, afferma intanto l’ex deputato dell’Mpa- Pds, Pippo Gennuso. “Sono l’unica vittima di una macchinazione colossale, perché quando i plichi sono spariti dal palazzo di Giustizia, nessuno dei deputati regionali eletti nella Circoscrizione di Siracusa si è presentato dai magistrati per presentare un esposto, per chiedere verità e giustizia. Io sono stato l’unico a denunciare per tre ore in Procura gli imbrogli, consegnando anche le prove, che nessun allagamento si era verificato negli scantinati del tribunale e che il materiale non poteva essere finito nella discarica. C’è stata una mano maldestra che aveva interesse ad evitare che si arrivasse alla verifica dei verbali e delle schede, così come era stato ordinato dal Cga, il 30 ottobre del 2013, affidando il compito di controllo ad un funzionario della prefettura. Perché ci sono stati ritardi nei controlli? Chi era il responsabile dell’archivio? Sono interrogativi che hanno bisogno di risposte. Quando, però, è stata depositata la sentenza del Cga, il 5 febbraio del 2014, guarda caso, si è formato un vero e proprio cartello dei parlamentari a difesa della poltrona”. Secondo Gennuso, altro fatto grave è che si tenderebbe a diffondere notizie che non corrispondono alla realtà. “In tutta questa storia  con il ritono alle urne, non ci sono in gioco le preferenze personali dei candidati, ma i voti attribuiti alle liste dei partiti o di Movimenti, per il quorum. Quindi se nei nove seggi, tra Pachino e Rosolini, dove il Cga ha sentenziato il ritorno al voto ci sono candidati con poche preferenze, non si può dire altrettanto delle liste a essi collegati”. Quindi la chiusura: “la presenza di eventuali poteri forti in questa storia  non mi fa paura. Ho avuto fiducia nei giudici amministrativi prima e adesso rispetto il lavoro che sta portando avanti la Procura di Siracusa”.

 

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