Siracusa. Comune, debiti fuori bilancio: 116 mila euro per una piscina mai realizzata

 Siracusa. Comune, debiti fuori bilancio: 116 mila euro per una piscina mai realizzata

Una piscina coperta in viale Santa Panagia, progettata e mai realizzata. Costa adesso al Comune oltre 116 mila e 300 euro, da corrispondere all’architetto, Elena Brusa Pasquè, a cui è stata affidata, una decina di anni fa, la redazione del progetto rimasto sulla carta. E’ uno dei debiti fuori bilancio approvati dal consiglio comunale durante la seduta che è stata anche quella dell’ “ok” ad oltre due milioni e 800 mila euro da pagare alla Open Land per una parte del risarcimento richiesto e legato alla realizzazione del centro commerciale “Fiera del Sud”, per la parte che non riguarda la sentenza che il Cga dovrebbe pronunciare a breve. L’assise cittadina ha anche approvato i debiti fuori bilancio che prevedono l’esborso di  29 mila 342 euro agli ingegneri Giuseppe Merletti e Oliveri Montanaro” come aumento della parcella professionale dovuto alla lievitazione dei costi relativi a una parte dei lavori sulla rete fognaria realizzata all’inizio degli anni 2000; cinquemila 317 euro all’ingegnere Vincenzo Giambertone per il collaudo dell’illuminazione pubblica a Ognina, incarico conferito nel 2001; 63 mila 149 euro alla Cantieri riuniti srl per una parte dei lavori di completamento dell’Ipsia, in via Piazza Armerina, appalto che risale addirittura al 1988; 49 mila 819,51 euro alla Regione siciliana per spese rendicontate e non riconosciute relative ai cantieri di lavoro banditi nel 2009″. Dibattito “caldo” nell’aula consiliare “Vittorini” di palazzo Vermexio. Polemico il consigliere comunale Salvo Castagnino, critico nei confronti del presidente del consiglio comunale, Santino Armaro, per avere consentito il prosieguo dei lavori nonostante l’assenza dell’assessore e del collegio dei Revisori dei Conti. Sulle proposte, Stefania Salvo ha chiesto ai dirigenti competenti la ragione per cui non si è riusciti a risalire ai funzionari che hanno causato i debiti fuori bilancio e perché deve essere il Consiglio ad individuare il capitolo da cui prelevare le somme. Sul primo punto, il dirigente dell’Ufficio tecnico, Emanuele Fortunato, ha spiegato che negli anni a cui si riferiscono i provvedimenti le procedure erano meno precise di oggi anche rispetto all’indicazione del responsabile del procedimento; sul secondo, il ragioniere generale, Giorgio Giannì, ha sostenuto che all’assise non spetta il compito la decisione da dove prelevare i soldi ma solo di confermare quanto indicato dagli uffici.
Approvate all’unanimità le controdeduzione dell’amministrazione ai rilievi mossi dalla Corte conti sul bilancio del 2013. Una decina in tutto le criticità rilevate dai magistrati, anche se le principali contestazioni hanno riguardato: l’eccessivo ricorso alle anticipazioni di cassa; la scarsa cura al riaccertamento dei residui attivi e all’insorgere dei debiti fuori bilancio; la poco solerzia negli accertamenti tributari e nella riscossione coattiva. Il Comune  ha risposto illustrando le novità introdotte recentemente con l’adesione ai nuovi principi di bilancio, più attenti all’equilibrio generale, alla gestione dei residui attivi e alle patologie che determinano i debiti fuori bilancio. Il documento evidenzia inoltre il ricorso in misura congrua agli accantonamenti prudenziali, la decisioni di incassare entro l’anno la Tari e la maggiore attenzione alla riscossione coattiva e agli accertamenti tributari così da poter contare su una più ampia disponibilità di cassa e ridurre il ricorso alle anticipazioni. Prima dell’approvazione , sono stati approvati cinque emendamenti. Intanto Elio Di Lorenzo ha chiesto di calendarizzare al riforma del regolamento delle commissioni consiliari. Si torna in aula domani alle 10 per approvare lo schema di “Dup”, il documento unico di programmazione per il triennio 2016-2018.
 
(Foto: repertorio)

 

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