Smog in città, l’indagine: male Siracusa con le pm10, Catania la peggiore in Sicilia

 Smog in città, l’indagine: male Siracusa con le pm10, Catania la peggiore in Sicilia

Smog nelle città siciliane, la situazione continua a non essere delle migliori. Secondo l’ultimo rapporto di Legambiente “Mal’Aria di Città 2025”, Catania e Palermo risultano essere tra le più inquinate d’Italia per sforamenti di polveri sottili e livelli di biossido di azoto.
I dati di Legambiente evidenziano che nel 2024 la concentrazione media annuale di PM10 a Siracusa è stata di 26 µg/mc, mentre per il biossido di azoto (NO2) si attesta a 17 µg/mc. Oggi il limite medio annuale è di 40 μg/mc per le pm10 ma dal 2030 la soglia scenderà a 20, come disposto con nuova direttiva europea. Siracusa dovrà ridurre le concentrazioni del 22%, intervenendo in particolare sul traffico che rappresenta la maggiore fonte di polveri sottili.
Riportiamo di seguito la concentrazione media annuale nel 2024 di Polveri sottili (PM10) e di Biossido di azoto (NO2) nelle città capoluogo di provincia siciliane. La media annuale della città è stata calcolata a partire delle medie annuali delle singole centraline di monitoraggio ufficiale delle Arpa classificate come urbane (fondo o traffico).
La “riduzione delle concentrazioni necessaria” (valore negativo) indica, per ciascun parametro, di quanto dovrà diminuire la concentrazione attuale, in percentuale, per raggiungere i valori normativi che entreranno in vigore a partire dal 2030.

A livello nazionale nell’anno solare 2024 – si evince dal rapporto Mal’Aria di Città 2025 di Legambiente – sono stati 25 i capoluoghi di provincia, con ben 50 centraline di monitoraggio della qualità dell’aria che hanno superato il limite giornaliero di 35 giorni con una concentrazione media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo (μg/mc).
Parlando della Sicilia, Catania è la più inquinata: nel 2024, nella centralina di viale Vittorio Veneto, sono stati registrati ben 46 sforamenti.
Per uscire dall’emergenza smog Legambiente invita a ridurre le emissioni da tutti i settori che sono corresponsabili dell’inquinamento atmosferico, coinvolgendo e responsabilizzando decisori politici e cittadini verso un cambio di paradigma ormai non più rinviabile: potenziare il trasporto pubblico locale, blocco immediato dei veicoli più inquinanti, stop progressivo alla circolazione delle auto nei centri delle città.

 

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