Soluzioni per la crisi, Confcommercio consegna ai candidati un piano in sei punti

 Soluzioni per la crisi, Confcommercio consegna ai candidati un piano in sei punti

Sei punti programmatici per arginare la crisi in cui è precipitata la provincia di Siracusa e adottare passi concreti di rilancio. E’ il piano di Confcommercio Siracusa, presentato questo pomeriggio ad alcuni candidati siracusani alle prossime elezioni regionali e nazionali: Giovanni Cafeo, Carlo Gilistro, Michelangelo Giansiracusa, Enzo Vinciullo, Pierpaolo Coppa e Paolo Tuttoilmondo. Nei giorni scorsi avevano chiesto un incontro con i vertici provinciali di Confcommercio che ha accorpato le istanze, dando vita all’appuntamento di questo pomeriggio.
Nella sede dell’associazione, accanto ad una gigantografia della parola “Lavoro”, la giunta di Confcommercio ha illustrato la propria vision agli intervenuti, avviando subito dopo un confronto sui temi.
Il punto di partenza è la fotografia consegnata dai principali indici statistici e che vedono la provincia di Siracusa in forte sofferenza economica. La parola “crisi” non è un tabù. In cinque anni ha subito una forte impennata il fenomeno dell’emigrazione, in particolare dei giovani in cerca di lavoro ed opportunità. Scende la popolazione residente e diminuiscono anche consumi globali e Pil provinciale. Per chi resta, il contesto è fatto di servizi carenti, condizioni di vita poco soddisfacenti. Basti il dato del reddito medio: poco più di 18.000
euro annui, a fronte dei 31.000 della media nazionale. Tutto ora aggravato dal caro energia che ribalta ogni costo sulle famiglie.
Un quadro allarmante, che richiede risposte urgenti senza altri tentennamenti. Confcommercio ha presentato ai possibili deputati di domani, un piano in sei punti per la ripresa locale. Primo punto: Trasporti e Mobilità.
“Riteniamo che la realizzazione del Ponte sullo Stretto sia una condizione preliminare ed imprescindibile per poter collegare effettivamente la Sicilia al resto dell’Europa”. Ma oltre al Ponte servono “infrastrutture moderne e adeguate per poter collegare la provincia e il capoluogo con le più importanti città della Regione e del Paese”. Per riuscirci, bisogna “completare la Siracusa-Gela, avviare i lavori per la Catania-Ragusa, raddoppiare la linea ferroviaria Siracusa-Catania, mantenere la stazione di Siracusa quale terminale della linea Jonica orientale”. E poi ancora: “elettrificare e ammodernare il tratto ferroviario Siracusa-Gela al fine di rendere possibile e favorire i collegamenti merci e passeggeri fra i due poli industriali, fra gli aeroporti di Comiso e Catania, fra i porti di Catania, Augusta, Siracusa, Pozzallo e Gela”.
Al punto due, Confcommercio piazza “Accoglienza e Servizi”. Focus, quindi, sul sistema dell’accoglienza turistica che non può essere lasciato nelle mani dei privati “che da soli non possono sopperire alle aumentate richieste dei turisti degli ultimi anni”. Alla politica Confcommercio chiede allora di creare “le condizioni per agevolare l’organizzazione e la programmazione degli eventi e delle attività alberghiere”. Utile anche una promozione ragionata “attraverso i nuovi sistemi di comunicazione del territorio tutto” per riuscire a comunicare la forza di “un sistema culturale integrato: le arance e le chiese, la mandorla ed il vino, il mare ed il barocco, le escursioni e la cucina, l’albergo ed il cioccolato”. Tutto in una unica esperienza, “trasformando i beni in prodotto turistico – alberghiero”.
Il terzo punto che l’associazione ha portato all’attenzione dei candidati è dedicato a “Formazione e Bandi”. Occorre trasferire nuova conoscenza, nuovo know how, nuove visioni, “secondo modelli più congeniali al nostro retaggio culturale”. I bandi pubblici, specie quelli europei, “rappresentano gli strumenti per poter avviare nuovi processi di crescita unitamente all’attività formativa”. Il vantaggio? Duplice, secondo Confcommercio: riposizionamento delle attività e creazione di altre, “più pertinenti rispetto al mutevole scenario internazionale”. Basta, quindi contributi a pioggia ad enti e formatori. Piuttosto, è l’invito, sia “agevolata la formazione professionalizzante che abbia una visione di crescita qualificata”. Centrale diventa poi la lotta contro l’abusivismo “che viola le norme della libera concorrenza dequalificando il territorio”.
Al quarto punto del suo programma, Confcommercio Siracusa ha piazzato il “Sistema portuale integrato”. Un progetto di rete dei porti siracusani che secondo l’associazione, “andrebbe a definire plasticamente le specializzazioni dei porti per progettare gli interventi necessari in un orizzonte temporale a medio termine”. Qui però pesa la poco comprensibile assenza degli approdi e dei porti da Siracusa in giù nel bacino dell’Autorità di Sistema della Sicilia Orientale. Scelte della Regione probabilmente da rivedere. “La fascia costiera che va da Punta Magnisi a Portopalo, benché non sia inserita nell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale, ospita degli approdi di grande importanza con diverse specializzazioni: Petrolchimico, Croceristico, Passeggero, Diportistico, Peschereccio”, ricorda Confcommercio. L’elenco è lungo: Marina di Melilli, Santa Panagia, Siracusa, Ognina, Avola, Cala Bernardo, Marzamemi e Portopalo. “Tutti approdi fortemente specializzati e che insieme costituisco un sistema da implementare per mezzo di un’azione concertata tra i vari comuni e la Regione. Lo strumento urbanistico è essenziale per lo sviluppo armonioso e definitivo del Porto per garantire a potenziali investitori la certezza dei programmi per gli scali”. Ecco perchè viene richiesto un “master plan dei porti della provincia di Siracusa”. Il monito è chiaro: “solo individuando in maniera certa e stabile le attività possibili in ogni parte del porto, si potranno attirare traffici, iniziative economiche ed investimenti”. I porti esclusi dalla Port Authority dovrebbero, per Confcommercio, essere dotati di autonomia finanziaria e gestionale. Alla politica la ricerca del modello possibile.
Inevitabile inserire nel piano di Confcommercio un punto dedicato ai Distretti del Commercio. Si tratta di “strumenti innovativi per il presidio commerciale del territorio, il mantenimento dell’occupazione e la gestione di attività comuni finalizzate alla valorizzazione del commercio”. Una formula di governance partecipata, in cui soggetti promotori sono i Comuni e le Associazioni di Categoria del Commercio maggiormente rappresentative a livello provinciale. “I Comuni, singoli o associati, propongono alla Regione l’individuazione di ambiti territoriali configurabili come distretti del commercio”. Regione come il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna hanno già sperimentato con successo questa formula. In Sicilia, nonostante un passaggio in Legge di Stabilità, mancano gli attuativi sui criteri e le modalità di istituzione, riconoscimento, costituzione,
funzionamento e finanziamento dei Distretti del Commercio.
Ultimo punto programmatico, il Testo unico sul commercio. Strumento per contrastare la crisi, “già esitato dalla Commissione attività produttive dell’ARS nel corso del 2022” e che, se approvato in via di urgenza, “potrebbe favorire una corretta riorganizzazione del mondo del commercio che negli ultimi anni è profondamente cambiato, ma si trova tutt’ora regolamentato da una normativa del tutto inadeguata”.
I candidati presenti all’incontro con Confcommercio hanno ascoltato, preso diligentemente appunti ed integrato prospettando una propria visione sul da farsi.

 

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