Speranza di vita alla nascita, Siracusa giù in classifica. “Pesa il ritardo dei servizi sanitari”

 Speranza di vita alla nascita, Siracusa giù in classifica. “Pesa il ritardo dei servizi sanitari”

La speranza di vita alla nascita nella provincia di Siracusa è tra le più basse d’Italia: 81,6 anni. Basti pensare che a Trento e Bolzano si sale a 85 anni, 84,7 anni a Firenze e 84,4 a Milano. Siracusa si attesta su valori inferiori di circa 3-4 anni, come ricordato in queste ore dal presidente dell’Osservatorio Civico Salvo Sorbello.
Un divario che, secondo Sorbello, riflette l’inadeguatezza dell’offerta sanitaria sul territorio siciliano e siracusano in particolare, dove non vengono garantiti i Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). La Regione Siciliana, infatti, non raggiunge la soglia minima di sufficienza (60) nell’area della prevenzione (46,55) e in quella distrettuale (50,45), mentre supera di poco il valore nell’area ospedaliera (69,11). “Parliamo – sottolinea Sorbello – di prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a garantire a tutti i cittadini. Ma qui, semplicemente, non ci sono”.
Il tema è stato rilanciato ieri anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha invocato una strategia unitaria per sanare “gli intollerabili divari tra i diversi sistemi sanitari regionali” e garantire equità di accesso alle cure. “Parole chiare e inequivocabili – commenta Sorbello – che devono tradursi in impegni concreti, perché non è più accettabile che in Italia la durata della vita dipenda dal luogo in cui si nasce”.
Secondo l’Osservatorio Civico, per invertire questa tendenza servono risorse ma anche un cambio di passo culturale. “Concordiamo con la Fondazione Gimbe – afferma Sorbello – nel considerare la prevenzione e la promozione della salute strumenti fondamentali per ridurre l’incidenza delle malattie e garantire sostenibilità al Servizio sanitario nazionale. Eppure, nella nostra provincia, i tassi di adesione ai programmi di screening restano bassissimi”.
Molti cittadini attendono per mesi esami diagnostici, spesso non appropriati, mentre le campagne di prevenzione non decollano. “Siamo disponibili a fare la nostra parte per migliorare la partecipazione agli screening – aggiunge Sorbello, che presiede anche il Comitato Consultivo Aziendale dell’Asp di Siracusa – ma servono comunicazione efficace, coinvolgimento del territorio, informazioni chiare. La diagnosi precoce salva la vita, riduce la sofferenza e i costi per il sistema sanitario”.
Infine, un’altra ferita aperta: Siracusa è l’unico capoluogo siciliano ad avere un ospedale risalente a oltre 70 anni fa. “Un’anomalia che non può più essere tollerata”, conclude Sorbello. “Senza una sanità vicina al cittadino, senza investimenti adeguati nei territori più fragili, il futuro delle nuove generazioni rischia di essere segnato da una drastica riduzione della longevità. E questo è qualcosa che non possiamo permetterci”.

 

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