Stanziate risorse aggiuntive per la cura delle aree verdi, scontro su costi e risultati
L’emendamento approvato dal Consiglio comunale di Siracusa, con cui si stanziano 63mila euro aggiuntivi per “assicurare un adeguato livello di cura e manutenzione delle aree verdi pubbliche” accende un vivace dibattito politico. A sollevare i dubbi principali è Salvo La Delfa, coportavoce provinciale di Europa Verde–AVS, che mette in fila una serie di interrogativi sulla coerenza del provvedimento e sulla gestione complessiva del verde pubblico cittadino, con particolare riferimento all’emergenza punteruolo rosso.
Secondo La Delfa, il nuovo stanziamento – destinato alla potatura degli alberi, compresi quelli di via Columba, e alla rimozione delle palme ormai compromesse dal punteruolo rosso – appare difficilmente comprensibile alla luce del Capitolato Speciale d’Appalto. Era già prevista la potatura di alberi e palme, nonché l’abbattimento degli esemplari non più vegeti, lungo tutto l’arco dell’anno e in tutte le aree cittadine oggetto dell’appalto. Via Columba, così come altre strade colpite dal fitofago, rientra pienamente tra le zone assegnate all’azienda aggiudicataria.
A questo si aggiunge un precedente: a dicembre 2024 era già stata approvata una variante da 17 mila euro per incrementare il numero delle potature delle alberature di grandi dimensioni. Perché, si chiede La Delfa, servono altri 60 mila euro per interventi che dovrebbero essere già coperti dal contratto in vigore?
Il rappresentante di Europa Verde ricorda inoltre che l’appalto sul verde pubblico – aggiudicato con un ribasso del 43,87% e oggetto di un ricorso al Tar che ha chiesto una nuova verifica dell’anomalia dell’offerta – presenta diverse criticità. Tra queste, l’assenza di interventi mirati sulle palme colpite dal punteruolo rosso, nonostante l’endoterapia fosse inserita come proposta migliorativa dall’impresa in fase di gara.
La Delfa chiede chiarimenti sulle operazioni condotte dall’azienda appaltatrice sulle palme di via Columba dal 10 luglio 2024, data di consegna dei lavori, e sul motivo per cui gli esemplari versino oggi in condizioni così degradate da rappresentare un potenziale rischio per la sicurezza, come ammesso dallo stesso assessore al verde pubblico in aula.
Ulteriore motivo di perplessità riguarda la copertura finanziaria del nuovo stanziamento: i 63 mila euro arrivano infatti da una voce di minori spese su “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente” e dal programma “Tutela e valorizzazione delle risorse idriche”. “Stupisce – osserva La Delfa – che si registrino risparmi proprio in un settore, quello delle risorse idriche, che necessiterebbe invece di maggiori investimenti”.
Anche il presidente di L&C, Carlo Gradenigo, punta il dito contro la gestione dell’emergenza fitosanitaria negli ultimi mesi. Gradenigo ricorda che già a marzo era stata segnalata la presenza del punteruolo rosso e che, nei nove mesi successivi, tutte le palme cittadine sono state lasciate soccombere all’infestazione.
La critica è dura. “Abbiamo affidato la gestione del verde pubblico per due anni più uno, spendendo complessivamente 3 milioni e 400 mila euro, eppure nel bando del 2023 si sono dimenticati perfino di inserire le potature tra le mansioni”. Un dato che contrasta con quanto scritto dagli uffici lo scorso agosto, quando – rispondendo a un’interrogazione del PD – veniva assicurato che fondi per endoterapia, potature e abbattimenti erano già coperti dalle somme contrattuali destinate al verde pubblico.
Il risultato, denuncia Gradenigo, è che oggi il Comune di Siracusa deve stanziare ulteriori 63.400 euro fuori capitolato per rimuovere palme morte che si sarebbero potute salvare “con poche decine di euro di antiparassitario e un minimo di attenzione, quella vera”.
Il tema, che intreccia gestione degli appalti, qualità degli interventi, trasparenza amministrativa e tutela del patrimonio verde, sembra destinato a occupare ancora il dibattito politico siracusano. Da più parti si chiede infatti all’amministrazione un quadro dettagliato degli interventi eseguiti finora, delle omissioni e delle ragioni che hanno portato all’ulteriore esborso.
Nel frattempo, Siracusa fa i conti con decine di palme ormai compromesse, simbolo di un’emergenza affrontata – secondo le opposizioni e le associazioni – con ritardi, contraddizioni e costi aggiuntivi.














