Stop alla cessione dei crediti: a Siracusa 500 imprese e migliaia di lavoratori a rischio

 Stop alla cessione dei crediti: a Siracusa 500 imprese e migliaia di lavoratori a rischio

“Il blocco dei crediti determinerà un collasso totale del tessuto sociale delle famiglie interessate e di quello imprenditoriale siracusano, già fortemente messo alla prova”. Poche parole ma sufficienti per fotografare le preoccupazioni del settore edile provinciale. A pronunciarle è Massimo Riili, il presidente di Ance Siracusa, l’associazione dei costruttori edili. Rilanciato anche in chiave locale l’allarme di Ance nazionale. “Un grido d’allarme che si amplifica in Sicilia e nella nostra provincia di Siracusa dove le imprese edili scontano serie difficoltà a causa dei blocchi di cessione del credito”, conferma Riili.
Anche il sindacato degli edili, la Fillea Cgil, con il segretario provinciale Salvo Carnevale non nasconde la paura per quello che questa decisione del governo provocherà. “Un disastro annunciato”, taglia corto Carnevale prima di servire i numeri siracusani: “oltre 350 imprese coinvolte nel sistema del Superbonus e più di 3mila lavoratori che potrebbero improvvisamente fermarsi”.
Carnevale teme “un effetto devastante e non solo sull’economia di settore. I dati sul Pil dell’ultimo anno e mezzo sono stati fortemente positivi, quasi esclusivamente grazie ai meccanismi previsti dal bonus: vale a dire sconto in fattura e cessione del credito. Esattamente quelli azzoppati definitivamente dal decreto”. Secondo Salvo Carnevale, da qui a breve lo scenario sarà apocalittico: “chiusura delle imprese, disoccupazione dilagante per la rapidità della inversione di marcia; un domani anche con correttivi parziali, il settore non si fiderà più dello Stato e gli investimenti saranno un miraggio; e diciamo addio all’efficientamento energetico del Paese perchè senza bonus le classi meno abbienti rimarranno tagliate fuori, con edifici peraltro bisognosi di interventi”.
Molto critica anche la lettura fornita da Cna Siracusa, con Gianpaolo Miceli. “Il sistema dei bonus edilizi ha generato un fortissimo valore aggiunto nel Paese, pari ad un terzo del PIL del 2021. Valori enormi che non sono strutturati unicamente sulla spesa pubblica di decine di miliardi. Il valore di gettito fiscale determinato dai bonus è altissimo e il saldo per il bilancio dello Stato non è di un indebitamento di 2 mila euro pro capite, come afferma il ministro Giorgetti. Dalle sigle datoriali agli ordini dei tecnici fino al Censis sono tutti coesi nell’affermare che il 70% della spesa in bonus rientra in gettito”, rivela Miceli. “Decidere di lasciare senza soluzione la gestione dei cassetti fiscali delle imprese, modificare le norme decine di volte in pochi mesi, bloccare gli enti locali e infine annullare lo strumento dello sconto un fattura significa distruggere il comparto delle costruzioni in Italia. La cosa che più colpisce è l’aver preso una scelta così importante senza alcun dialogo. Un atteggiamento che speravamo di aver lasciato alle spalle, eppure siamo a discutere di un provvedimento illogico che avrà il solo risultato di destabilizzare un intero sistema economico e minare la coesione sociale nei territori”. A Siracusa, il rischio è di assistere al default di quasi 500 aziende che occupano oltre 1200 dipendenti. “Tutte queste imprese stanno provando a resistere da mesi e questo sarebbe il colpo di grazia”. La direttrice di Ance Siracusa, Carmen Benanti parla fuori dai denti.  “Stupisce molto, non solo la scelta, priva di reali motivazioni- esordisce la professionista di Ance- ma la velocità assoluta, con un’approvazione con pubblicazione lampo sulla Gazzetta Ufficiale. Tutto questo causa un problema dalle proporzioni enormi. E’ un venerdì nero, un fiume di telefonate da parte di imprenditori parlano di disperazione: ci sono imprese con cantieri aperti o che stavano già programmandone di nuovo. Un dramma vero e proprio, che dimostra come la politica non stia avendo contezza della realtà. E’ come se lo Stato avesse sottoscritto un contratto e, prima ne cambi in corso d’opera e in maniera unilaterale le condizioni  e poi per giunta lo sospenda.  Chi pagherà per tutto questo? -la domanda di Carmen Benanti- Nessuno nasconde che ci siano state delle problematiche. Noi abbiamo sempre sostenuto, ad esempio, che le imprese dovessero essere solo quelle qualificate e questo non è accaduto. Di certo tutto questo avrà una ricaduta pesantissima. In provincia si parla di 1500-3000 lavoratori coinvolti”. Anche la politica regionale all’attacco della decisione illustrata dal ministro Giorgetti. “Di scellerato c’è solo questo governo di centrodestra, capace di mandare sul lastrico dall’oggi al domani centinaia di imprese edili e migliaia di lavoratori, cancellando di fatto il Superbonus. Pur di fare uno sgarbo al M5s ed ai suoi elettori, dopo aver attaccato il reddito di cittadinanza, Meloni e i suoi hanno preso di mira la misura che aveva rilanciato il comparto edile”, dice Carlo Gilistro, deputato regionale del M5s. “Da ore – rivela – sto ricevendo telefonate e messaggi di imprenditori e operai allarmati. Ma anche interi condomini nel panico perchè non sanno se i lavori proseguiranno, finiranno o rimarranno ingabbiati. Un delirio. In provincia di Siracusa rischiamo un nuovo tracollo del settore edile, con numeri da paura. Non mi stupirei di vedere presto manifestazioni di piazza. Il centrodestra siracusano e quello al governo della Regione – pungola Gilistro – dica qualcosa, faccia qualcosa. Si schierano con le imprese e i cittadini siracusani e siciliani o si piegheranno alle decisioni romane senza colpo ferire?”.
Proprio dal centrodestra fa sentire la sua voce la deputata regionale Bernadette Grasso (FI). “D’ora in poi non sarà più consentita l’opzione dello sconto in fattura o della cessione del credito d’imposta in materia di incentivi fiscali legati al settore dell’edilizia. Lo stabilisce un decreto legge del Consiglio dei Ministri che consentirà solo la detrazione, bloccando di fatto la cessione dei crediti alle Regioni e ai Comuni, poiché ritenuta potenzialmente negativa per l’aumento del debito pubblico. Ciò però getterebbe nel baratro centinaia di imprese siciliane, che vantano crediti per oltre 200 milioni di euro attualmente bloccati”. La Grasso torna a chiedere al governo Schifani di acquistare i crediti attualmente fermi dentro i cassetti fiscali. “Occorre una deroga al dettato nazionale per alleviare le sofferenze di tante imprese alla canna del gas. Occorre una soluzione trasversale – insiste l’esponente di Forza Italia – che tuteli sia loro che la tenuta dei bilanci regionali, visto che tali crediti sono conteggiati nel deficit della PA. Un compromesso per evitare la paralisi dell’intero settore e garantire una boccata d’ossigeno”.
Tiziano Spada, deputato siracusano del Pd, rilancia e condivide le preoccupazioni di Ance e Cna. “Cambiare in corsa e più volte le regole del gioco, non è normale. Così si mettono in ginocchio imprese e famiglie. Anomalo poi il comportamento di Fratelli d’Italia. A livello regionale propone un disegno di legge per consentire la cessione dei crediti mentre a livello nazionali li blocca proprio. Si risolva la questione a Roma e il governo ascolti le parti sociali e gli enti datoriali, anzichè ingessare il Paese”, le parole di Spada.

 

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