Storie di "fuffa". Nessuno vuole davvero l'autonomia del parco della Neapolis

 Storie di "fuffa". Nessuno vuole davvero l'autonomia del parco della Neapolis

Tra una campagna elettorale e l’altra succede che gli obiettivi cambino. Eppure le priorità restano. A parole. Ad esempio, che fine ha fatto l’iter per rendere autonomo il parco archeologico della Neapolis? Qualcosa sembrava essersi smosso prima delle elezioni regionali poi più nulla. Tema finito di nuovo nel cassetto. Senza che nè a Palermo, nè a Siracusa si registrassero prese di posizione. Neanche un comunicato stampa, figurarsi un presidio nelle stanze della Regione o una qualche attività di pontieri per aprire porte oggi chiuse. Al punto che viene da chiedersi se la si vuole veramente l’autonomia, economica e gestionale, del parco della Neapolis. O, viceversa, chi è che non la vuole?
Di sicuro la Regione, matrigna. Ma le iniziative partite da Siracusa e dalla sua classe dirigente non sono state incisive. Al di là di note alla stampa, di concreto poco. Può forse non servire a nulla, ma alzare i toni là dove si decide protestando in maniera anche mediaticamente efficace è quello che la gente si aspetta a difesa di un bene “comune” e redditizio per tutti. Vero è che decide l’Ars ma quali azioni di pressing vero ha prodotto Siracusa, con i suoi vari rappresentanti in parlamenti, parlamentini e saloni verdi?
L’iter per il parco archeologico della Neapolis tra poco taglierà il traguardo dei 15 anni trascorsi senza produrre un risultato. E la colpa non può essere pigramente scaricata solo sulla Regione. Lo capisce qualunque osservatore, anche non attento, della cosa pubblica. Sarà che forse la consegne della politica è di non disturbare il manovratore. E Siracusa si adatta. I siracusani, però, no. E gli ultimi risultati elettorali sono lì a testimoniarlo. Senza che la politica, o meglio, chi ha fatto politica negli ultimi 20 anni si renda conto della clamorosa bocciatura rimediata. Anche per inattività manifesta.
Ora, è chiaro che Palermo non vuole rinunciare ai 4 milioni di euro l’anno che – senza il minimo sforzo – produce per lei Siracusa, con le sue antiche vestigia dell’area archeologica. Per l’esattezza, nel 2017 l’incasso con lo sbigliettamento turistico è stato di 4,6 milioni di euro. Da anni, dal 2014, di quella somma in città non restano neanche più le briciole. Perchè nessun amministratore del Comune di Siracusa si è “incatenato” sotto gli uffici dei Beni Culturali, a Palermo? Perchè solo sterili note stampa? La risposta potrebbe essere: per parlarsi sopra. Metodo appare di trattazione delle tematiche locali.
E intanto Siracusa scivola al terzo posto tra i siti culturali più visitati di Sicilia. Secondo i dati rielaborati dal Quotidiano di Sicilia, il parco di Agrigento è al primo posto (867.833 visitatori, incasso 6.056.931 euro), secondo il teatro di Taormina (809.905 visitatori, incasso 6.196.520 euro) quindi Siracusa (649.419 visitatori, incasso 4.648.000 euro). Numeri piccoli, piccoli per il museo archeologico Paolo Orsi: 43.286 visitatori nel 2017. Nonostante disti in linea d’aria appena un chilometro dal parco archeologico della Neapolis, neanche 60mila visitatori dei quasi 650mila complessivi hanno poi visitato il museo regionale. Poco promosso? Sconosciuto ai più? Non interessante? Qualcuno il problema dovrebbe pur porselo.

foto: dal web

 

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