Turismo da rilanciare, la perla dimenticata: Fontane Bianche merita più cura
Negli anni ’80 e ’90, bastava pronunciare il nome Fontane Bianche per evocare immagini di spiagge affollate, risate notturne nei locali sulla sabbia, giovani nel camping, locali, negozietti e gelaterie, discoteche piene fino all’alba. Era il cuore pulsante della movida estiva siracusana, un simbolo di vitalità e attrattiva turistica.
Oggi, quel cuore batte fievole. Di bella, Fontane Bianche resta bella. Ma trascurata. E’ una cartina di tornasole del momento turistico.
A colpire, però, è quella sensazione di abbandono e degrado che si respira già all’ingresso della contrada. Viale dei Lidi, l’arteria principale, è oggi costellata di marciapiedi sconnessi, rifiuti abbandonati, saracinesche abbassate ed edifici fatiscenti. Anche la curva panoramica, da cui si gode una vista mozzafiato sul mare, oggi soffre il peso dell’incuria con sacchetti di spazzatura a incorniciare il paesaggio.
Già l’urbanizzazione disordinata aveva rischiato di soffocare la bellezza dei luoghi. Ora ci si mette l’incuria. Anche se – ad onor del vero – uno dei nodi principali del declino di Fontane Bianche risiede nella scarsa pianificazione urbanistica: l’edificazione selvaggia ha progressivamente chiuso la vista mare, sacrificando il valore paesaggistico e impedendo l’accesso comodo alle spiagge.
Nel frattempo, le spiagge del Sud Est siciliano — da Avola a Calamosche, passando per Eloro, Vendicari, Marzamemi e Portopalo — sono esplose a livello turistico, attirando visitatori grazie a servizi più curati, offerte calibrate e una maggiore attenzione all’ambiente.
Per ripartire è più che mai necessario un intervento strutturato e urgente. Le criticità da affrontare sono chiare, a partire dal decoro e la pulizia. L’abbandono dei rifiuti, il degrado dei marciapiedi e la mancanza di manutenzione del verde pubblico non sono solo un problema estetico, ma un segnale di disinteresse che i turisti colgono immediatamente. Migliorare i servizi essenziali, a partire dai collegamenti (pure cresciuti con le nuove linee bus): pensiline alle fermate e paline di infomobilità sono ormai la base di ogni servizio urbano di trasporto pubblico.
Si potrebbe poi ragionare di incentivi per i coraggiosi operatori del settore turistico che credono in Fontane Bianche e investono ogni anno. Ma prima ancora, riqualificazione urbanistica: servono progetti per semplificare e valorizzare gli accessi al mare, ristrutturazione degli edifici dismessi e pericolosi, e creazione di spazi pubblici che incentivino la permanenza e la fruizione da parte di turisti e cittadini.
Da non sottovalutare l’aspetto della comunicazione e della reputazione online. In anni social, molte recensioni definiscono Fontane Bianche un’occasione sprecata. Ecco, occorre anche lavorare su un nuovo racconto della contrada, senza ignorare i problemi ma rilanciandone l’identità con uno storytelling che punti su qualità e visione futura. A partire dal mare di Fontane Bianche, che resta magnifico. Ma da solo non può bastare.
I tempi del turismo “facile” sono finiti: oggi il viaggiatore cerca esperienze curate, bellezza accessibile, servizi funzionali.














