Un anno dopo, piazza Euripide e Largo Gilippo annegano di nuovo sotto la pioggia

 Un anno dopo, piazza Euripide e Largo Gilippo annegano di nuovo sotto la pioggia

Esattamente come un anno fa, tutta l’area tra piazza Euripide, Largo Gilippo e via Diaz è finita (letteralmente) sott’acqua. Era successo nella notte tra il 12 e 13 novembre del 2024, si è ripetuto oggi ad ora di pranzo. Tutto allagato. La quantità di pioggia caduta in un’ora (63,8 mm) è certamente eccezionale. Ma le scene riprese dai residenti, e diventate virali sui social, mostrano ancora una volta tutte le criticità di un’area che – eppure – è stata profondamente riqualificata, con recenti interventi finanziati dal Pnrr. Impressionante il fiume d’acqua su piazza Euripide come anche vedere largo Gilippo con tutti i suoi spazi verdi ed i marciapiedi scomparire sotto centimetri e centimetri di acqua. Un lago in cui galleggiavano oggi scooter, tavolini, sedie, carrellati ed altro non pare essere stato affrontato.
Inevitabilmente, sotto esame tornano alcuni aspetti dei lavori eseguiti e conclusi da poco tempo, come la scelta di alzare ulteriormente la sede stradale, creando nuovi ostacoli con scalini e battenti. La sensazione diffusa è che l’occasione della riqualificazione avrebbe dovuto essere sfruttata anche per migliorie funzionali.
Alcuni tecnici oggi suggeriscono il ricorso a vasche di laminazione. La loro realizzazione però – oltre che essere costosa – comporterebbe la necessità di smantellare piazze e strade appena realizzate. Le vasche di laminazione sono dei particolari serbatoi in polietilene la cui funzione è quella di regolare la portata di pioggia scaricata nel corpo recettore (fognatura, corso idrico, ecc.) a seguito di un evento meteorico.
Tra le proposte al vaglio anche la possibilità di utilizzare la nuova rete fognaria posata sotto la Borgata e mai entrata in funzione, per convogliarvi le acque piovane alla luce dell’evidente sofferenza dell’attuale collettamento. Un’idea forse da tenere in considerazione. Se funzionale, è quella che presenta costi e impatto limitati. Da novembre 2024 a novembre 2025, però, nessuno pare essersi particolarmente preoccupato della cosa.

 

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