Via al Siracusa Pride 2020: evento on line per dire "no" alle terapie riparative

 Via al Siracusa Pride 2020: evento on line per dire "no" alle terapie riparative

Via al Siracusa Pride. Un’edizione differente rispetto a quelle passate, viste le norme di contenimento legate al Covid-19. Primo appuntamento social questa sera, alle 22, sulla fanpage Siracusa Pride 2020. Sarà il primo degli eventi on line programmati. Il tema: “Terapie riparative o di conversione. Adesso basta”. Arcigay e Stonewall Siacusa, coorganizzano e copromuovono il “Siracusa Pride 2020”.

“Le terapie di conversione -spiegano le due associazioni- sono uno dei sintomi più evidenti della discriminazione che le soggettività LGBTI+ subiscono ogni giorno. Esse rappresentano delle pratiche barbare che possono includere ipnosi e elettroshock e sono finalizzate alla repressione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Queste terapie lesive della dignità e dei diritti umani non hanno alcuna base scientifica e hanno un impatto sulla salute di chi li subisce aumentando i casi di ansia, depressione e suicidio specialmente tra i giovani. L’Italia non dispone di leggi che vietino tali pratiche nonostante nelle scorse legislature siano state presentate proposte che andavano in questo senso. Dopo la Germania, anche nel nostro Paese serve una legge di questo tipo”. Un appello rivolto ai Ministri Speranza, Bonetti e Lamorgese per far approvare una norma che metta al bando le terapie riparative e ne vieti la loro promozione”. Parole che sono anche il testo introduttivo della petizione lanciata dal movimento politico “POSSIBILE LGBTI+” e sottoscritta da quasi 8 mila persone . Stasera sarà proprio il portavoce di POSSIBILE LGBTI+, Gianmarco Capogna a parlarne in diretta Facebook  insieme allo psicologo Andrea Malpasso, alla presidente di Arcigay Siracusa, Lucia Scala, al presidente di Stonewall, Alessandro Bottaro e alle giornaliste Nadia Germano e Alessia Zeferino.

<Le terapie riparative sono approcci che considerano l’omosessualità come una malattia o una devianza della sessualità, e sostengono di poter curare la persona che attua comportamenti omosessuali fino a farla diventare “ex-gay”> – dice la presidente di Arcigay Siracusa, Lucia Scala.
<L’orientamento omosessuale è uno di quelli possibili; non è una malattia, non è una scelta, non è modificabile con alcun trattamento. La comunità scientifica ha un grande debito nei confronti delle persone omosessuali danneggiate a livello fisico e psicologico da qualsiasi approccio riparativo.
Bisogna imparare a riconoscere e accettare se stessi. Bisogna lasciare libere le persone che vivono in maniera consapevole e felice la propria vita, di essere chi sono e amarsi consapevolmente e nel profondo della loro unicità> – conclude dicendo la Scala.

<Sotto il nome di terapie riparative, o di riconversione, cade una serie abbastanza ampia di modelli terapeutici tesi a modificare l’orientamento o l’identità sessuale di un individuo> – dice il presidente di Stonewall Siracusa, Alessandro Bottaro.
<Pratiche assolutamente inefficaci e soprattutto dannose perché gli orientamenti diversi da quello eterosessuale sono varianti naturali e quindi scientificamente non identificate come malattie. Queste terapie creano danni psicofisici immani, soprattutto quando vengono applicate a soggetti anagraficamente giovani, e creano stereotipi e pregiudizi senza alcun fondamento scientifico. Semplicemente sono espressioni di odio omotransbilesbofobico, che come attivista ed esponente della comunità lgbtqi non posso che condannare e stigmatizzare> – conclude Bottaro.

 

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