Vigili del Fuoco eroici, il comandante Maisano: “Superata fase critica, indagini sulle cause”

 Vigili del Fuoco eroici, il comandante Maisano: “Superata fase critica, indagini sulle cause”

Da 48 ore i Vigili del Fuoco presidiano notte e giorno l’impianto Ecomac di Augusta. Squadre di supporto sono arrivate anche dalle altre province e nelle ore più difficili del rogo, un mezzo aereo ha offerto aiuto dall’alto. Il comandante provinciale, Domenico Maisano, è accanto ai suoi uomini all’interno dell’impianto di contrada San Cusumano.
“L’incendio non è del tutto spento”, racconta raggiunto al telefono. “Il grosso è domato e ci sono solo dei piccoli focolai che devono essere raggiunti. Si tratta di materiale accumulato, quindi con delle masse abbastanza consistenti. Bisogna smassare e quindi se noi non cominciamo a togliere il materiale ed a fare un minuto spegnimento, questi focolai continueranno ad evolvere. Abbiamo superato la fase critica di abbattimento delle fiamme elevate – conferma Maisano – ora siamo in una fase di smassamento che comporterà praticamente acqua e mezzi movimento terra in continuo movimento”.
Smassamento significa infatti che le ruspe vanno a togliere piano piano tutti i mucchietti di materiale accatastato, alla ricerca, sotto, di qualche focolaio. Operazioni rese complesse dalle condizioni di alcuni capannoni. “Ci sono problematiche di accessibilità. Alcuni hanno già subito dei crolli, il cemento termico ha subito danni quindi ci sono anche problemi di sicurezza che valutiamo caso per caso”.
Ma cosa ha scatenato quel devastante rogo che ha generato una densa nube nera? “Prematuro al momento parlare di cause”, ci spiega il comandante dei Vigili del Fuoco. “Consideriamo che ancora sono in corso le fasi di spegnimento e subito dopo verificheremo di che cosa si è trattato. Abbiamo attivato anche il nostro Nucleo Investigativo Antincendio di Palermo per i sopralluoghi del caso”.
Di certo, un consistente quantitativo di materiale è andato a fuoco. Per i Vigili del Fuoco è stato uno scenario estremo, con rinforzi arrivati da Enna, Catania, Messina e Ragusa. “E’ intervenuto anche un mezzo aeroportuale che ci consente di avere portate e gettare consistenti quantità d’acqua e attaccare così quelle parti non direttamente raggiungibili dai mezzi ordinari”.
I Vigili del Fuoco hanno anche fatto ricorso ad un robottino teleguidato per spegnere porzioni di incendio in aree in cui non c’erano condizioni di sicurezza per permettere l’avvicinamento dei pompieri. Dopo 48 ore di lavoro incessante, sia di giorno che di notte, non è ancora chiaro quanto ancora occorrerà prima di poter dichiarare definitamente estinto l’incendio. “I tempi adesso dipendono dall’attività di smassamento. Oggi contiamo oggi di avere altri due mezzi in movimento terra da Catania e da Palermo e quindi riusciremo ad accelerare”, dice il comandante Maisano.
Il problema al momento è l’approvvigionamento idrico. “L’acqua si consuma rapidamente, come immaginate. Ci sono volute grandi quantità. E’ necessario andare a fare la spola con le autobotti che hanno una capacità idrica tra 4500 e 8 mila litri, oltre alla cisterna che ha 25mila litri e che va riempita. Immaginate in questi giorni la spola di questi mezzi che vanno a caricare dagli idranti limitrofi per garantire comunque una certa continuità dell’erogazione dell’acqua. Qui appena ci si ferma con l’acqua, il fuoco riprende: immaginate una normalissima brace che già con un po’ di venticello si accende. Quindi dobbiamo inibire costantemente con acqua. Un’attività incessante”, racconta il comandante dei Vigili del Fuoco di Siracusa.
A collaborare con i pompieri anche squadre della Protezione Civile e alcuni mezzi messi a disposizione dalle aziende del polo petrolchimico. “Ci hanno dato una grandissima mano, si sono messi a nostra disposizione e quindi hanno dato un contributo veramente importante”, sottolinea giustamente Domenico Maisano.
A lui chiediamo conferma che a bruciare sia stato soprattutto del materiale plastico. “C’è anche cartone nel mezzo, perché in questo impianto una quarantina di comuni conferiscono queste tipologie di materiale. E’ chiaro che il fumo nero è dovuto sostanzialmente alla parte plastica. Parliamo di grandi volumi di materiale abbancato”.

 

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