Zona industriale, accoglienza "fredda" del protocollo per l'area di crisi complessa

 Zona industriale, accoglienza "fredda" del protocollo per l'area di crisi complessa

Il protocollo d’intesa siglato a Siracusa dall’assessore regionale Turano per l’istituzione di un’area di crisi complessa e l’accesso a fondi nazionali per la riconversione fa già discutere. “Abbiamo seguito con grande attenzione la sottoscrizione ma non possiamo non rilevare l’assenza di tanti attori che potrebbero dare forza e valore ad un percorso che riguarda l’intero territorio”. Lo dice Innocenzo Russo, presidente provinciale di CNA Siracusa, il giorno dopo l’incontro in Camera di Commercio di Siracusa. Convocati alla firma 11 dei 21 comuni della provincia, i rappresentanti delle aziende industriali siracusane, le sigle sindacali e altre istituzioni. “Si tratta di una occasione persa – prosegue Russo – un momento nel quale si poteva e si doveva includere una platea più ampia di soggetti sia in termini territoriali sia di rappresentanza del mondo produttivo”.
“Il territorio – continua il presidente di CNA Siracusa – ha imparato a muoversi secondo una logica integrata, lo ha dimostrato anche nel percorso di istituzione delle ZES definendo un modello concertativo che ha portato ben 13 comuni ad ottenere aree che sono più volte richiamate nel medesimo protocollo e inoltre ha dato vita a occasioni di confronto su vari livelli, con la stesura di un piano strategico coordinato dalla Camera di Commercio. Per tali ragioni – conclude Russo – riteniamo un errore strategico non ricomprendere altri territori e altre forze produttive nel protocollo, auspichiamo una maggiore apertura da parte della Regione nonché un approccio maggiormente inclusivo”.
Fredda anche l’accoglienza della Fiom Cgil, con il segretario provinciale Antonio Recano. “Nel nostro territorio la priorità per realizzare la transizione energetica sono le bonifiche e la riconversione delle industrie tradizionali pesanti, la riprogettazione dei processi industriali attraverso investimenti che devono avere una forte connotazione sociale”, spiega in una lunga nota. “In mancanza di una vera strategia, senza un serio progetto di rilancio, di un cronoprogramma chiaro in contesto fatto di enunciazioni e annunci ad effetto, il protocollo con cui si chiede l’istituzione dell’area di crisi complessa rappresenta un azzardo, l’alibi per un disimpegno industriale che non giustifica l’enfasi e l’entusiasmo. In Sicilia abbiamo già pagato la politica dei due tempi, prima chiudo poi arriveranno gli investimenti, esperienze come Termini Imerese e Gela dovrebbero essere un monito. Chiedere al governo l’istituzione dell’area di crisi complessa con l’ambigua incertezza degli investimenti, la mancanza di garanzie occupazionali rischia di far precipitare il petrolchimico nell’oblio segnando la scomparsa dell’industria con il peso di un dramma ambientale, economico, sociale ed occupazionale”.
C’è poi, per il sindacato, il tema centrale degli appalti. “Oggi rappresentano l’espressione massima della frantumazione del lavoro e dei suoi diritti. Occorre una mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici per affermare la centralità del lavoro stabile e di qualità che valorizzi le competenze e le professionalità. E con l’avvicinarsi del 30 giugno con il dramma che lo sblocco dei licenziamenti produrrà negli appalti, noi saremo qui con tutto il nostro realismo a difendere i lavoratori e il lavoro perché ora è il tempo dei fatti”, conclude Recano.
Il segretario provinciale del Pd, Salvo Adorno, è meno netto. “Il riconoscimento della zona industriale come area di crisi industriale complessa, rappresenta un momento di svolta per il nostro territorio provinciale. È il momento in cui tutti i nodi vengono al pettine, in cui la crisi si può trasformare in ripresa o precipitare nella perdita definitiva delle potenzialità di sviluppo ancora presenti nella zona industriale. Tutto dipende dalla capacità che la classe dirigente complessiva di questa provincia avrà di guardare al futuro coinvolgendo tutti i soggetti che vi operano”, spiega.
“I fondi del PNRR, i fondi strutturali 21- 27, altre linee di finanziamento europeo e dello Stato italiano possono essere intercettati e investiti nella nostra provincia o invece ignorarla. È un processo in atto, non ancora chiuso, ancora orientabile, gli spazi operativi sono ancora aperti, ma bisogna agire. È necessario uno sforzo unitario della nostra comunità territoriale, della politica, dell’impresa, dell’associazionismo, del sindacato, di tutti i sindaci e consigli comunali e sottolineo tutti. È necessario guardare all’interesse generale, superare gli interessi di parte, parlare un linguaggio comune, concentrarsi sul progetto di territorio che vogliamo costruire, interloquire in modo unitario con la Regione, con lo Stato, con l’Europa. Solo così possiamo affrontare il tema del lavoro oggi e per il futuro delle nuove generazioni. La nostra provincia ha tutte le caratteristiche per entrare nel grande progetto del PNRR, ha un’area industriale che necessita della riconversione energetica delle grande imprese e di un nuovo modello di sviluppo basato sull’economia circolare per le medie e piccole imprese, ha la zona portuale di Augusta che aspetta di svolgere il ruolo di Hub Mediterranea, ha le Zes, ha le città d’arte, ha siti archeologici e medie città che entrano nei grandi piani di riqualificazione urbana e valorizzazione turistica, ha aree interne che rappresentano una risorsa naturalistica e culturale di grandissimo pregio, ha una rete di parchi e riserve di eccezionale valore (Vendicari, Area marina protetta, Ciane/saline e Priolo), ha un turismo diffuso che deve essere stabilizzato, ha problemi profondi relativi alla gestione dei rifiuti e al dissesto idro geologico che vanno immediatamente affrontati e risolti. Tutti temi che rientrano perfettamente nelle missioni del PNRR e che segneranno la svolta del post pandemia per i territori che sapranno intercettare le risorse”, scrive Adorno in una lettera aperta al territorio. “Credo che sia questo il momento di riunire tutte le forze del nostro territorio, di esporre in modo pubblico e trasparente i progetti che le forze politiche, economiche e sociali hanno elaborato, di discuterli, condividerli, selezionarli e sostenerli. Il dopo Covid non lascerà spazio alle comunità territoriali che non sapranno essere coese. Il PD affronterà questi temi nella Agorà che partiranno a breve, ha già stilato un manifesto per la città, ha pronto un manifesto per la provincia. Darà massima pubblicità a questi due documenti programmatici per sottoporli al confronto pubblico, ma ha la consapevolezza che per raggiungere l’obiettivo è necessario che tutta la classe dirigente diffusa della provincia marci insieme. Che sia possibile lo dimostra la vicenda della Camera di commercio, dove l’azione unitaria delle forze politiche ad economiche ha dato i primi risultati. Il mio è un appello alla discussione ampia, libera e trasparente, al coinvolgimento attivo del territorio nell’interesse generale dei lavoratori, dei giovani e delle donne della nostra provincia”.

 

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