Nessuno regala niente, la sconfitta di Acireale vale come una sveglia per il Siracusa
La bella vittoria di Reggio Calabria ed il largo 7-0 rifilato al Locri avevano forse generato l’impressione che il campionato fosse davvero in discesa per il Siracusa. Ed invece, nessuno regala niente e non si vincono le partite solo in virtù del posto in classifica. Esemplificativa in questo senso, purtroppo, è la sconfitta arrivata ad Acireale. Brutto risveglio, insomma.
A sorprendere, al di là del risultato, è stato l’atteggiamento della squadra. Dopo le recenti prove di forza, era lecito attendersi la conferma del Siracusa da battaglia ammirato nelle ultime settimane. Ed invece ecco in campo (un campo pessimo, ndr) una sbiadita controfigura che fatica persino ad ingabbiare l’unico giocatore dell’Acireale che poteva creare (e infatti le crea) difficoltà alla retroguardia azzurra.
E’ comunque ingeneroso criticare le scelte di Turati. Se gli equilibri tra reparti – che sembravano acquisiti – vengono meno, con ogni probabilità non è per via di normali rotazioni a centrocampo. Si dice in questi casi che è stato sbagliato l’atteggiamento. Niente occhi di tigre, come se bastasse solo presentarsi in campo per vincere, in quanto più forti. Alle volte, però, vince chi è più sporco, convinto e – sportivamente parlando – cattivo.
La sconfitta di Acireale, da questo punto di vista, può avere il salvifico effetto di una puntuale sveglia. Se qualcuno in casa azzurra pensava di aver già messo le mani sulla promozione in Serie C, adesso sa bene che conviene correre. E lo sa meglio di tutti Marco Turati, maniacalmente attento ai dettagli e consapevole di come il troppo entusiasmo avrebbe potuto tirare qualche brutto scherzo. Ecco, è successo.
Adesso archiviare e ripartire. L’obiettivo non cambia e nulla è compromesso. E’ vero che la Reggina si avvicina, ma il vero avversario del Siracusa è solo il Siracusa. Se gioca come sa, non c’è inseguitrice che tenga. E che parlino pure dalle altre piazze. Rispetto per tutti, ma alla fine conta solo il risultato del campo, non il rumore di sottofondo.
Merita una nota a parte la condivisibile doglianza del presidente Ricci: in certe partite è bene poter contare su designazioni arbitrali adeguate. Il Siracusa non è società che si lagna o accampa scuse, anche se ce ne sarebbero almeno due o tre piuttosto evidenti ad Acireale. E’ una società che investe e rispetta le regole, assicura spettacolo e visibilità a questa bistrattata Serie D. Non chiede tutele particolari, solo giusta attenzione.














