Siracusa, la mappa delle mafie redatta dalla DIA: il bilancio di indagini e sequestri
La Relazione annuale della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) per il 2024, presentata al Parlamento, offre un quadro dettagliato sulla situazione della criminalità organizzata nella provincia di Siracusa, evidenziando dinamiche consolidate e i risultati delle recenti attività di contrasto.
Secondo l’analisi, il territorio siracusano continua a essere influenzato dalle organizzazioni catanesi, in particolare dalla famiglia Santapaola-Ercolano e dal clan Cappello. A livello cittadino, a nord opera il gruppo Santa Panagia, collegato ai Nardo-Aparo-Trigila, mentre a sud e nel centro storico (Ortigia) è presente il clan Bottaro-Attanasio, legato ai Cappello. Negli anni, i due gruppi hanno mantenuto alleanze, ma recenti indagini – come l’operazione “Borgata” del 2023 – hanno evidenziato una prevalenza dei Bottaro-Attanasio nel quartiere Borgata, dopo arresti che hanno decimato gli affiliati del gruppo rivale.
Nonostante alcuni arresti rilevanti nel marzo 2024, il clan Bottaro-Attanasio risulta ancora operativo, come dimostrato da episodi intimidatori seguiti a nuove collaborazioni con la giustizia. Le forze dell’ordine hanno però reagito tempestivamente, eseguendo fermi a ottobre e confermando l’attenzione costante sul territorio.
Nel resto della provincia, il clan Nardo-Aparo-Trigila mantiene una posizione rilevante, soprattutto nella zona nord, grazie al supporto della famiglia Santapaola-Ercolano. Le attività spaziano dalle estorsioni allo spaccio di stupefacenti fino al controllo di attività economiche locali. L’omicidio di Lentini del febbraio 2024 ha portato a nuove indagini e arresti, confermando le tensioni interne legate a questioni economiche. Parallelamente, l’operazione “New Holland” ha smantellato una rete di rapinatori e ladri legata al clan, mentre l’inchiesta “Asmundo” ha documentato il tentativo del clan di inserirsi nel tessuto imprenditoriale, soprattutto nel settore agro-pastorale, e di influenzare la politica locale.
Sul fronte patrimoniale, le autorità hanno conseguito importanti risultati, come i sequestri per oltre 5 milioni di euro eseguiti contro esponenti del gruppo Trigila e il sequestro da 3 milioni al clan Giuliano, vicino ai Cappello. A questi si aggiungono i 13 provvedimenti interdittivi antimafia emanati dal Prefetto, che hanno colpito soprattutto aziende attive nei settori dell’edilizia e della ristorazione.
Va segnalata anche la presenza sul territorio di gruppi multietnici con interessi nel traffico di stupefacenti, nello sfruttamento della prostituzione e nel commercio di prodotti contraffatti, elementi che confermano la varietà e la complessità delle realtà criminali locali.
Nel complesso, la Relazione fotografa un quadro articolato, che mostra da un lato la persistenza delle tradizionali organizzazioni mafiose e dall’altro i risultati significativi delle attività investigative e preventive svolte nel corso dell’anno. L’impegno delle forze dell’ordine e delle istituzioni prosegue con costanza, mirando a mantenere alta la vigilanza sul territorio e a rafforzare gli strumenti di contrasto e prevenzione.














