Ztl Ortigia, il comitato dei residenti non ci sta: “Distanza abissale tra politica e realtà”
“Le dichiarazioni dell’assessore Enzo Pantano sul prolungamento e sulla presunta ‘programmazione complessiva’ della ZTL di Ortigia confermano, ancora una volta, la distanza abissale tra la narrazione politica e la realtà quotidiana vissuta dai cittadini”.Così il comitato Ortigia Cittadinanza Resistente commenta quanto l’assessore alla Mobilità ha chiarito dopo l’entrata in vigore dell’ordinanza che regolamenta la Ztl di Ortigia.
“Da anni -spiega Davide Biondini- denunciamo una progressiva e incontrollata riduzione dei posti auto in Ortigia, stimabile in oltre 500 unità perse tra il 2018 e il 2025, a causa di pedonalizzazioni disordinate, chiusure arbitrarie di tratti di strada e nuove piazzole ricavate sottraendo spazi alla sosta. Una trasformazione condotta senza alcuna pianificazione organica né studio d’impatto, che ha aggravato il disagio di chi vive, lavora e deve andare al centro storico, dove parcheggiare è ormai diventato un privilegio e non un diritto.
L’assessore continua a parlare di “decongestionamento” e di “potenziamento del trasporto pubblico”, ma non esiste, ne è in fase di progettazione, ad oggi un solo parcheggio scambiatore operativo e capiente, né un piano della sosta in grado di assorbire le migliaia di veicoli che gravitano sul centro storico, specialmente nei periodi di maggiore affluenza. Le aree di via Elorina, via Von Platen, piazza Adda o lo stesso parcheggio del Molo Sant’Antonio sono del tutto insufficienti, mal servite, prive di navette frequenti. Di fatto, non offrono alcuna reale alternativa all’uso del mezzo privato e al parcheggio di “fortuna”.
Altro nodo mai affrontato è la sproporzione enorme tra i pass ZTL rilasciati e gli stalli effettivamente disponibili: si continuano a concedere permessi a categorie privilegiate, penalizzando i residenti. Oggi, in media 16 pass gravano su un solo stallo disponibile in ZTL, una cifra che rende evidente l’assurdità di un sistema che predica sostenibilità e produce invece caos, disuguaglianza e discriminazione.
Sorprende che l’assessore parli di “programmazione complessiva”, quando la stessa Amministrazione — con nota ufficiale del 27 agosto 2025 inviata al nostro comitato — ha ammesso per iscritto che le analisi tecniche e quantitative sul traffico e sulla sosta, che avrebbero dovuto costituire la base conoscitiva del PUMS approvato nel 2023, sono ancora “in corso di elaborazione”. Si tratta di una vera e propria confessione di inefficienza amministrativa: si decide prima di studiare, in violazione del principio di buon andamento e ragionevolezza dell’azione amministrativa.
Ancora più grave è la mancanza di qualsiasi reale processo di partecipazione. L’assessore parla di dialogo con i cittadini, ma quel dialogo non è mai avvenuto, almeno con il nostro comitato. Quando due parti si incontrano per discutere di cosa sia meglio per la città — e quindi per tutti — devono condividere analisi, ascoltare esigenze, cercare soluzioni comuni.
Invece, qui si è scelta la strada opposta: affermare a parole la volontà di confrontarsi ma in realtà solo per comunicare ciò che è stato già deciso, ignorando osservazioni e proposte costruttive.
Invitiamo ancora una volta l’assessore Pantano a uscire dal palazzo e confrontarsi con la realtà: lo invitiamo a percorrere con noi, come un qualunque residente o genitore, un tragitto ordinario di un’ora e mezza, il tempo che una persona che lavora ha a disposizione per fare la spesa, accompagnare un figlio o sbrigare le normali esigenze familiari, utilizzando esclusivamente i mezzi pubblici. Sarà la dimostrazione più eloquente della distanza tra i proclami e la vita reale.
L’assessore Pantano -conclude Biondini- si chieda perché i siracusani non vengono più in Ortigia, si chieda perché queste piste ciclabili siano un totale flop dopo anni dall’introduzione, si chieda perché i siracusani preferiscono utilizzare il mezzo privato e non i mezzi pubblici per muoversi in città.
Continuare a ignorare la voce dei cittadini significa perseguire una visione autoreferenziale e distorta, che sotto il pretesto della “vivibilità” sta rendendo ogni giorno più difficile vivere e lavorare in città”.














