Zona industriale, Fiom Cgil: “Risposte concrete o mobilitazione generale”
“Le preoccupazioni espresse dai metalmeccanici racchiudono il disagio di chi sta pagando, in termini occupazionali e di qualità del lavoro, la mancanza di un piano strategico nazionale che rischia di far implodere l’intera area industriale siracusana”. Così il segretario provinciale della Fiom, Antonio Recano affronta il tema del destino del polo petrolchimico. “Una crisi profonda -dice – di sistema, che mostra di non essere riformabile ed impone a noi tutti un salto di qualità del nostro operato per costringere la politica e il Governo a definire indirizzi chiari per cambiare il paradigma dell’attuale modello industriale e garantire un futuro di sostenibilità economica, ambientale e sociale al territorio. Da anni-ricorda Recano- i metalmeccanici denunciano le condizioni di un’area industriale che sopravvive senza una visione di futuro avvolta nel soporifero entusiasmo e nelle mistificazioni del Governo e di Confindustria che giorno dopo giorno vengono smentite dalla realtà Non bastano-a suo dire- le rassicurazioni di Confindustria e dei politici di turno che con soddisfazione ed enfasi confermano l’importanza strategica del sito di Priolo, di avere “tutto sotto controllo” senza però dare risposte sul futuro, senza sciogliere il nodo di un piano industriale più volte annunciato ma mai presentato. La realtà è che il petrolchimico e permeato da una fragile stabilità segnata da tensioni finanziarie e incertezze gestionali, che al netto delle rassicurazioni di facciata mette in evidenza l’incapacità di affrontare, accelerando e non frenando, i tempi di una giusta transizione”. Il segretario provinciale della Fiom Cgil ritiene che “fino a questo momento il Governo Regionale e quello Nazionale siano stati a guardare, spingendo verso un processo di ristrutturazione sociale, dal forte impatto sull’occupazione, un polo petrolchimico che ha, invece, le capacità per diventare un Hub energetico integrato e assumere un ruolo strategico nell’area del mediterraneo. Per non perdere le opportunità offerte da questo ambizioso progetto industriale, e necessario attivare un confronto tra aziende, istituzioni, parti sociali, con la presenza attiva del Governo prodromico alla composizione di un accordo di programma, che preveda investimenti pubblici e privati, le risorse e i tempi per realizzarli, esigendo che ogni euro speso sia vincolato alla sostenibilità ambientale; alla garanzia di continuità occupazionale e contrattuale negli appalti (clausola sociale); al consolidamento delle tutele e delle coperture finanziarie per gli ammortizzatori sociali e per la qualificazione e riqualificazione dei lavoratori”. Poi entra maggiormente nello specifico. “Oggi-dice Recano- le nostre preoccupazioni restano tutte, alimentate dalla mancanza di un‘idea capace di realizzare un processo di transizione industriale, dalla spada di Damocle dell’irrisolta vicenda Ias, dalle vicende finanziarie di Isab, dalla crisi di Sasol e dalle incertezze del piano di trasformazione di Eni. Di fronte alla mancanza di certezze per il futuro, l’unica risposta possibile per i lavoratori, per il sindacato e per il territorio resta l’iniziativa, la mobilitazione generale-conclude il segretario Fiom – per costruire le condizioni per un vero processo di crescita economica e sociale”.














