Abuso d’ufficio verso l’abolizione, il parere degli amministratori siracusani
Dibattito aperto in Italia sull’abolizione del reato di abuso d’ufficio, dopo il primo “si” in Senato. I sindaci sono tra i primi interessati e non a caso Anci Sicilia, con il presidente Paolo Amenta, non nasconde la sua attenzione verso l’iniziativa. “Non abbiamo richiesto noi un provvedimento del genere, ma ne condividiamo lo spirito”, spiega a SiracusaOggi.it. “La contestazione dell’abuso d’ufficio ha spesso bloccato l’attività dei sindaci e poi nella maggioranza dei casi sono sempre arrivate assoluzioni”, aggiunge. “Non vogliamo certo una sorta di immunità per i sindaci, ma neanche questo continuo rischio di rimanere impantanati”, chiarisce Amenta.
Luca Cannata, oggi parlamentare di maggioranza (FdI), è stato per due mandati anche sindaco di Avola. “La contestazione dell’abuso d’ufficio finisce spesso con archiviazione. Solo in pochissimi casi dà luogo a condanne e per giunta per fatti bagatellari”, constata. “Dunque l’abrogazione di questo reato evanescente, richiesta a gran voce da tutti gli amministratori di ogni parte politica, contribuirà ad un’accelerazione delle procedure e avrà quell’impatto favorevole sull’economia auspicato da tutti”, conclude Cannata.
Anche il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, guarda con attenzione alla possibile novità. “Il 95% delle accuse e dei processi per abuso d’ufficio vengono archiviate o si concludono con l’assoluzione, con un evidente ingolfamento di tutto il sistema e un massacro mediatico di soggetti che vengono danneggiati in maniera irreversibile”, dice a SiracusaOggi.it. Non tutti, però, sono favorevoli in Italia. “Chi oggi si pone contro questa abrogazione, fa parte di quel sistema populista-giustizialista che continua a speculare sulla mancanza di conoscenza dei dati”, aggiunge.
Un pensiero condiviso da Corrado Figura, primo cittadino di Noto. “Ritengo sia doverosa l’abolizione del reato di abuso d’ufficio perchè è una di quelle evenienze che rallenta l’attività di un’amministrazione. Le statistiche citate anche dal sindaco di Siracusa lo confermano. Per controllare e verificare la correttezza dell’attività di un sindaco, non mancano gli strumenti a cominciare dall’utilizzo delle risorse economiche di un ente. Tema delicato perchè poi i Comuni rischiano il default”.
Per il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, “bisogna cogliere l’occasione per qualificare con esattezza i reati. Oggi c’è troppo spazio per l’interpretazione. In questo senso, l’abuso d’ufficio è troppo largo e un amministratore si ritrova accusato, finisce al centro della gogna mediatica e poi si ritrova anni dopo assolto nel silenzio. A che serve?”, si domanda il primo cittadino di Priolo. “Vanno riviste e meglio precisate le fattispecie, altrimenti finirà che nessuna persona perbene vorrà fare il sindaco. Invito pertanto il governo a vedere meglio la qualificazione dei reati che oggi, in alcuni casi, sembrano avere un’attenzione quasi morbosa sugli amministratori”.
foto dal web, a titolo esemplificativo