Ancora morti in Palestina, l’assessore Granata con la kefiah: “Alziamo la voce, è inaccettabile”

Altri 51 morti e 200 feriti gravi vicino a un centro aiuti a Khan Younis. Sono queste le informazioni dell’ultima ora che provengono dalla Striscia di Gaza. Il fuoco sarebbe stato aperto contro la folla in attesa di aiuti. I feriti sono stati trasferiti all’ospedale da campo nella zona di Al-Mawasi, poi all’ospedale Nasser a Khan Younis.
Questa mattina, l’assessore alla Cultura del Comune di Siracusa, Fabio Granata, intervenuto ai microfoni di FMITALIA, ha deciso di indossare la “kefiah”, simbolo palestinese. “Oggi più che mai non dobbiamo dimenticare i genocidi in corso in Palestina. La guerra scatenata da Netanyahu contro l’Iran ha oscurato quello che continua ad essere un massacro di donne, giovani, bambini, assolutamente inaccettabile. Quindi, in ogni occasione pubblica e ovunque, chi ha responsabilità politica e istituzionale dovrebbe ostentare la propria contrarietà a questa dinamica, per alzare la voce rispetto al dramma che sta vivendo il popolo palestinese. Non si tratta quindi di una manifestazione, come dire, retorica. Si tratta di tenere accesa la luce e farlo proprio oggi, in cui tutti sembrano accorgersi del dramma della Palestina”, ha spiegato l’assessore.
Nelle scorse settimane, Fabio Granata, già parlamentare nazionale e assessore regionale, ha invitato il Presidente della Regione, Renato Schifani, e il Parlamento Siciliano a interrompere ogni relazione con lo Stato di Israele.
“La Regione Siciliana ha molti rapporti economici con industrie, imprese, fabbriche israeliane. E poi c’è un altro aspetto istituzionale: ben quattro regioni italiane hanno realizzato la stessa prospettiva e lo stesso progetto. Se la Sicilia si aggiungesse, cinque regioni potrebbero determinare una legge che automaticamente va in Parlamento e che determina il riconoscimento dello Stato di Palestina. – sottolinea Granata – Capisco che sarebbe un riconoscimento simbolico, perché pensare oggi allo Stato di Palestina da ricostruire in quello scenario incredibilmente grave di massacro e di genocidio è difficile”, ha concluso l’assessore alla Cultura del comune di Siracusa.