Ascensore alle Latomie dei Cappuccini, forse si può. Ok con modifiche, incontro a breve

 Ascensore alle Latomie dei Cappuccini, forse si può. Ok con modifiche, incontro a breve

Potrebbe esserci un colpo di scena dietro l’angolo, una sorpresa positiva per il progettato ascensore alle Latomie dei Cappuccini. Diversi segnali danno la misura di come, tra Comune e Soprintendenza di Siracusa, ci siano ancora margini per trovare un’intesa, dopo la prima bocciatura.
Chiaro, bisognerà rivedere il progetto e farlo anche in fretta. Ma le rispettive posizioni dei due enti non sono “talebane” e quindi possono essere definite, a ragion veduta, aperte al confronto ed alle modifiche.
Cominciamo dalla prima notizia: il finanziamento regionale da 300mila euro, dato per perduto, è salvo. Novità delle ultime ore, rimbalzata a Siracusa via Palermo. Lo conferma l’assessore comunale Fabio Granata che anticipa a SiracusaOggi.it anche un incontro a giorni con la Soprintendenza. “Insieme cercheremo la soluzione migliore per abbattere le barriere architettoniche e favorire la fruizione del sito delle Latomie dei Cappuccini”, spiega al telefono. Le parti si vedranno a breve perchè bisogna andare veloci, prima che scadano i termini della finestra concessa per salvare quel finanziamento, il terzo concesso per altrettanti progetti e lavori che hanno interessato le Latomie.
“Una soluzione si può trovare”, dice ancora l’assessore Granata. E anche la Soprintendenza apre al dialogo. Sono state la sezione Archeologica e quella Paesaggistica a dire “no” all’ascensore panoramico progettato da Palazzo Vermexio sulla parete rocciosa lato Villa Politi. Oggi però il soprintendente Savi Martinez spiega che “con il Comune parleremo ancora del progetto. E se matureranno altre condizioni, le valuteremo. Non è un discorso chiuso”. Insomma, niente muro contro muro. Ma bisogna modificare il progetto iniziale, magari spostarlo da quella parete rocciosa, adottando altre soluzioni. La Soprintendenza aveva fornito le sue prescrizioni e qualche, chiamiamolo così, suggerimento. “Abbiamo detto no al progetto inziale perchè era troppo invasivo e con problemi legati all’ancoraggio”, spiega con disponibilità Martinez. “Si dovrà trovare un sistema idoneo”, aggiunge sibillino quasi confermando la volontà, comprensibile, anche della Soprintendenza di favorire l’abbattimento delle barriere architettoniche ma con la dovuta salvaguardia per il sito e le sue caratteristiche storiche e paesaggistiche.

 

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