Augusta. Il caso del Castello Svevo, quando i cittadini incidono più di una politica immobile

 Augusta. Il caso del Castello Svevo, quando i cittadini incidono più di una politica immobile

E’ partito tutto da una segnalazione, a cui ne sono seguite altre ed altre ancora. Inascoltate, a lungo, come spesso capita quando un gruppo di cittadini attenti al territorio e animati dalla volontà di difendere il bene comune, tenta di sollecitare le istituzioni a prendersi cura del patrimonio storico, archeologico, culturale, artistico. Così ha fatto “Italia Nostra” ad Augusta con il Castello Svevo, sequestrato ieri dai carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale presso la Procura della Repubblica di Siracusa. La vicenda è quella nell’ambito della quale sono indagati il presidente della Regione, Rosario Crocetta, il suo predecessore, Raffaele Lombardo e i dirigenti regionali Gaetano Pennino, Rino Giglione, Sergio Gelardi e Gesualdo Campo. Il Castello Svevo è a rischio crollo o più precisamente, come spiega la Procura, “potrebbe crollare da un momento all’altro”.  Nessuno è intervenuto prima che la situazione degenerasse e prima che arrivasse a determinare un pericolo concreto per l’incolumità pubblica e per la sicurezza di cittadini e di turisti. Quella che ha condotto all’intervento della Procura e ad un percorso giudiziario per i reati di omissione di atti d’ufficio, danneggiamento al patrimonio archeologico, storico e artistico e omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciavano la rovina è , però, anche la storia, da vedere in chiave positiva, di quanto singoli cittadini o riuniti in associazioni, possano riuscire ad incidere sul serio quando l’attenzione per il territorio è alta e si percorrono le giuste strade, con convinzione, competenza, e con l’unico fine di tutelare i beni di cui il territorio dispone e che rappresentano la sua stessa identità.  Le parole della presidente di Italia Nostra di Augusta, Jessica Divenuta danno la misura di quanto impegno ci sia dietro l’attività di alcune associazioni. “Il Castello Svevo non ha bisogno di essere presentato- racconta Divenuta- La sua importanza storica e architettonica è ben nota. Oltre a questo, rappresenta il simbolo di Augusta. Quando abbiamo fatto presente la necessità di avviare interventi di manutenzione della cinta muraria, lo abbiamo fatto rivolgendoci agli enti competenti, in primo luogo l’assessorato regionale ai Beni Culturali. Abbiamo anche tentato di coinvolgere i deputati regionali del territorio affinché spingessero, alla Regione, per predisporre un progetto di recupero indispensabile. Non erano valutazioni fatte in maniera superficiali. Ne avevamo la certezza, riconosciuta poi anche dai tecnici della Soprintendenza che hanno effettuato i propri sopralluoghi e le proprie valutazioni, richieste successivamente anche dalla Procura”. La presidente di Italia Nostra fa notare come “non ci sarebbe stato bisogno di arrivare a conseguenze di questo tipo. Bastava che ognuno facesse la propria parte prima di arrivare ad una situazione estrema, come quella che si è venuta a creare”. A prescindere dagli aspetti giudiziari, che saranno chiariti nelle dovute sedi (e nei prossimi giorni Crocetta incontrerà il procuratore capo, Francesco Paolo Giordano con l’intento di chiarire la propria estraneità alla vicenda), resta un segnale, importante, che parte dal territorio e che arriva a superare tutti gli ostacoli che la politica e la burocrazia frappongono. “Il problema risiede spesso soltanto nelle scelte, che possono essere compiute o meno e nell’attenzione, che viene richiesta ma purtroppo non ottenuta-dice ancora la presidente di Italia Nostra di Augusta- Noi non ci fermiamo. Lottiamo per la tutela del nostro territorio e ci conforta il fatto di avere trovato, in questo caso specifico, un riscontro. Adesso, anche in virtù dell’eco mediatica data alla notizia del sequestro, il Castello Svevo non è più una sorta di “monumento fantasma”, di cui nessuno si occupa”. A questo punto la custodia giudiziaria è stata affidata alla soprintendente, Rosalba Panvini, a cui spetterà predisporre eventualmente degli interventi urgenti. “Credo e spero proprio di si- conclude Divenuta- Ma sono soprattutto certa che da questo momento in poi il problema possa essere realmente affrontato”.

 

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